L’alfabeto dell’economia circolare a “Fa’ la cosa giusta”
Risorse al posto dei rifiuti e innovazione invece di inefficienze sono alcuni dei temi propri dell’economia circolare, intorno ai quali si sono confrontati i relatori di un convegno alla fiera del consumo critico
Da A come agricoltura a Z come zero sprechi, passando per B come Blue economy e I come innovazione. È l'alfabeto dell'economia circolare, così come è stato elencato e affrontato nel convegno di Fa’ la cosa giusta, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili che si è chiusa a Fieramilanocity.
Risorse al posto dei rifiuti, innovazione invece di inefficienze, conservazione dell’ambiente contro dissipazione delle risorse naturali, inquinamento degli ecosistemi, desertificazione e sconvolgimenti climatici. Sono solo alcuni dei temi propri dell’economia circolare intorno ai quali si sono confrontati i 20 relatori del convegno del 18 marzo.
Nel corso del convegno si è dimostrato come l'Italia, pur senza aver varato una strategia in questo senso, può vantare, grazie anche alle progettualità messe in campo da tanti attori economici, sociali e ambientalisti, livelli di innovazione e investimenti sul territorio in grado di favorire il passaggio a un modello di economia circolare.
Nell’ambito della chimica da fonti rinnovabili, per esempio, Novamont ha già investito più di un miliardo di euro per la reindustrializzazione di siti dismessi o non più competitivi e per la realizzazione e l’avvio di quattro impianti flagship primi al mondo, mentre circa 200 milioni di euro di investimenti privati sono stati destinati a progetti di ricerca e sviluppo multidisciplinari che coinvolgono università e centri di ricerca dei territori interessati.
Riscrivere in una chiave più sostenibile il modello di sviluppo che ha dominato l’economia e gli stili di vita nell’ultimo secolo e preservare il pianeta a vantaggio delle generazioni presenti e future: è questa la sfida sulla quale si sono confrontati i relatori del convegno.
Tra questi anche Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco, che ha illustrato come carta e cartone, attraverso il ciclo del riciclo che inizia con la raccolta differenziata domestica e industriale, da rifiuto diventino risorse e tornino ad essere disponibili per creare nuovi prodotti. Ad oggi, in Italia, vengono riciclati l’80% degli imballaggi in carta e cartone e, grazie a nuove tecnologie, tutti gli attori dell’industria cartaria lavorano per un futuro sempre più sostenibile, riducendo l’uso di energie, di emissioni di CO2 e lo spreco di risorse.