Assocarta: ci sono troppi materiali estranei nei rifiuti cartacei
Il presidente Massimo Modugno parla della difficoltà di piazzare gli scarti di altri materiali
L'Italia ricicla l'85% dei rifiuti di carta che produce, carta raccolta nei cassonetti della differenziata è piena di altra spazzatura: plastica soprattutto, poi metalli, legno, sabbia, carta sporca e inutilizzabile. Colpa della negligenza dei cittadini, che non badano a cosa buttano, e dell'inefficienza delle società di raccolta, che non ripuliscono la spazzatura.
Questi rifiuti estranei sono un costo e un problema per le aziende del riciclo della carta: devono smaltirli a parte, ma non sanno dove, visto che nel paese ci sono poche discariche e pochi inceneritori. "In Italia si fa tanto riciclo, ma abbiamo il problema degli scarti - spiega Massimo Medugno, direttore di Assocarta, l'associazione delle imprese del settore -. Invece del 5% massimo, si arriva al 15%, come a Roma. Questi scarti facciamo fatica a piazzarli: le discariche chiudono, inceneritori non ce ne sono. Non sappiamo dove metterli". "Ci vuole una maggiore educazione da parte dei cittadini - aggiunge Michele Bianchi, amministratore delegato della Reno De Medici, uno dei maggiori gruppi italiani del settore -. Ma anche le società che fanno la raccolta cittadina, poi, non lavorano il rifiuto. Dovrebbero togliere gli altri rifiuti dalla carta, invece la imballano e ce la mandano come la raccolgono. Il materiale plastico di risulta non riusciamo ad utilizzarlo. L'1 - 1,5% va agli inceneritori, il resto in discarica".
Nel nostro paese ogni anno si riciclano 5 milioni di tonnellate di carta e se ne producono 9,1 milioni di tonnellate. Il 60% della carta prodotta in Italia è riciclata. Il settore cartario nel 2017 è cresciuto del 2% per volumi, del 5% per fatturato, arrivando a 7,4 miliardi di euro, con 19.500 addetti e 150 stabilimenti. L'Italia è il 4/o paese in Europa nel settore, dopo Germania, Svezia e Finlandia. E le prospettive per il futuro sono ancora più promettenti.
L'Italia fino all'anno scorso esportava 1,8 milioni di tonnellate all'anno di carta da macero, specialmente verso la Cina. Ma da gennaio di quest'anno Pechino ha chiuso le frontiere ai rifiuti stranieri, e questo ha dato una spinta alle aziende nostrane per investire di più. "Due o tre aziende si riconvertiranno dalle carte grafiche agli imballaggi - spiega il direttore di Assocarta -. Così potremo produrre più valore e più occupazione".