Coou: CircOLIamo a Ravenna per il corretto smaltimento degli oli usati
Nella raccolta di oli esausti, la città romagnola è la più virtuosa di tutta la regione
Oltre 3560 tonnellate di oli lubrificanti usati raccolti a Ravenna nel 2015, la più virtuosa di tutte le province della Regione Emilia Romagna, che vanta un totale di 16.350 tonnellate recuperate. Sono i dati resi noti dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati a Ravenna, nell’ambito di CircOLIamo, la campagna educativa itinerante che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati. I ragazzi delle scuole hanno visitato il villaggio CircOLIamo partecipando agli educational loro dedicati e sfidandosi a “Green League”, il progetto che prevede un sistema di giochi online finalizzati all’educazione ambientale.
"Siamo orgogliosi di registrare questo primato nazionale - afferma l'assessore all'ambiente Gianandrea Baroncini - che vede i ravennati tra i più attenti nel conferimento corretto di questa tipologia di rifiuti. L'amministrazione comunale è impegnata da decenni nell’educazione ambientale. Il dato che viene presentato oggi è la dimostrazione di un ricambio generazionale, più sensibile nei riguardi della salute del pianeta. Colgo l'occasione di ringraziare i cittadini che utilizzano questa buona pratica".
Nel 2015 il Consorzio – che coordina l’attività di 73 aziende private di raccolta e di 4 impianti di rigenerazione – ha raccolto in tutta Italia 167.000 tonnellate di olio lubrificante usato, un dato vicino al 100% del potenziale raccoglibile. “I risultati sono soddisfacenti – ha spiegato Marco Paolilli, coordinatore della rete di raccolta del COOU - ma il nostro obiettivo resta quello di raccoglierne il 100%”.
Per questo motivo il Consorzio ha ideato la campagna educativa itinerante ‘CircOLIamo’, che in due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani: una campagna a zero emissioni, perché la quantità di CO2 generata sarà compensata attraverso interventi di forestazione in grado di assorbire la CO2 immessa in atmosfera.
“La piccola parte che sfugge ancora alla raccolta – ha continuato Barbetti – si concentra soprattutto nel ‘fai da te’: per intercettarla abbiamo bisogno del supporto delle amministrazioni locali per una sempre maggiore diffusione di centri di raccolta adibiti anche al conferimento degli oli lubrificanti usati”.
Attivo dal 1984, il Coou ha contribuito con il proprio lavoro a ridurre in misura significativa non solo l’inquinamento ambientale, ma anche i consumi di acqua, materia e suolo. L’effetto positivo sul consumo di acqua (water footprint) ha portato a un risparmio netto cumulato di 2,3 miliardi di metri cubi di oro blu.
Trent’anni di recupero degli oli usati hanno consentito inoltre di evitare il consumo di 6,4 milioni di tonnellate di materia prima vergine (material footprint), mentre dall’analisi di carbon footprint del sistema emerge un risparmio netto cumulato di emissioni climalteranti di 1,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalente: grazie al riciclo degli oli come basi lubrificanti rigenerate sostitutive di basi lubrificanti vergini è stato risparmiato il consumo di 7.306 ettari di suolo (land footprint).