Sulle discariche l’Europa pronta a irrogare all’Italia una supermulta
La richiesta della Corte di giustizia da 60 milioni (più 158mila euro per ogni giorno di ritardo) nasce dal numero di impianti illegali aperte dopo la sentenza del 2007
“Una penalità giornaliera di 158.200 euro fino alla piena esecuzione della sentenza del 2007”: è questa la richiesta dell'avvocato generale della Corte europea di giustizia Juliane Kokott “considerato il numero di discariche illegali di rifiuti in Italia” nonostante il fatto che il nostro paese sia stato già condannato nel 2007 per lo stesso motivo. Alla penalità giornaliera contro il nostro Paese si aggiunge la richiesta del versamento di una somma forfettaria di 60 milioni.
L'importo di base deve essere ridotto di 2.100 qualora l'Italia dimostri alla Commissione la bonifica di una discarica illegale chiusa contenente rifiuti pericolosi, di 700 euro ove sia provata la bonifica di un'altra discarica, e di 1.400 euro ove sia certificata la nuova autorizzazione di una discarica rimasta in funzione ai sensi della direttiva 1999/31/ce.
La Commissione europea, infatti, considerato il numero di discariche illegali di rifiuti in Italia e in Grecia, ha avviato procedimenti di infrazione, che hanno portato alle sentenze Commissione-Grecia del 2005 (c-502/03) e Commissione-Italia del 2007. Ora l'esecutivo Ue si rivolge nuovamente alla Corte, in quanto a suo avviso “ad entrambe le sentenze non è stata data piena esecuzione”.
Le norme violate sono la vecchia direttiva in materia di rifiuti, la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi e la direttiva discariche. L'Unione ha adottato in seguito la nuova direttiva in materia di rifiuti, che ha abrogato e sostituito la direttiva codificata in materia di rifiuti nonché la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi.
Le cause riguardano l'utilizzazione di discariche illegali nonché la mancata bonifica di discariche illegali chiuse.
Nel procedimento relativo all'Italia si aggiunge che “alcune discariche contengono rifiuti pericolosi non identificati né catalogati e che per talune discariche manca una nuova autorizzazione ai sensi della direttiva discariche”.