L’Europa ha deciso sulle buste di plastica: - 50% entro il 2019 e fatturazione obbligatoria entro 2018
II Coreper, Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri, ha adottato una nuova strategia europea per limitare l'uso dei sacchetti di plastica leggera. Il testo prevede una riduzione del 50% del numero dei sacchetti utilizzati in Europa
Con voto all’unanimità e la Commissione Ue favorevole, il Coreper, Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri, ha adottato una nuova strategia europea per limitare l'uso dei sacchetti di plastica leggera. Il testo prevede una riduzione del 50% del numero dei sacchetti utilizzati in Europa entro il 2019 e la fatturazione obbligatoria entro il 2018.
"Finalmente, dopo il voto dell’aprile scorso del Parlamento Ue, guidato dall’eurodeputata Verde e relatrice Margrete Auken, anche gli Stati Membri si pronunciano sul problema dei sacchetti di plastica leggera, una delle maggiori fonti di inquinamento, specialmente per mari e fiumi”, dichiarano Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo, e Francesco Ferrante, esponente di Green Italia. “Un importante riconoscimento per l’Italia - aggiungono - che, avendo vietato gli shopper non biodegradabili e compostabili, è già in linea con la nuova legislazione e potrà, d’ora in avanti, contare sul sostegno di Bruxelles per la lotta alle buste inquinanti".
Ciascun cittadino europeo utilizza in media 200 sacchetti di plastica per anno, ma ora l’Ue darà un chiaro tetto massimo: ridurre queste cifre a 90 in 4 anni e 40% entro il 2025. “Quello di oggi - aggiunge Ferrante - è un successo italiano, perché il risultato positivo è stato raggiunto sotto la guida della Presidenza Ue dell’Italia ed è il traguardo finale di una battaglia in difesa dell’ambiente lanciata anni fa, quando, grazie all’emendamento che proposi nella Finanziaria del 2007, fu introdotto il divieto della commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili”.
Sul piano europeo – continua Frassoni – bene che la Commissione Juncker abbia rinunciato a ritirare la propria proposta, come era stato, invece, ventilato qualche giorno fa in ossequio a una nuova e pericolosa tendenza a considerare che le regole ambientali non facciano parte delle grandi politiche di cui l’Ue si deve occupare. É fondamentale che l'Europa continui a dare direttive quadro volte a diminuire l'impatto ambientale dell'attività industriale ed economica e a migliorare l'uso delle risorse.” “Manca ancora una presa di posizione Ue sui sacchetti 'oxo-biodegradabili', che frammentandosi in micro-plastiche inquinano l'ambiente e aggravano il problema dei rifiuti. Aspettiamo un ulteriore intervento dell'Ue su questo problema. Intanto - concludono Frassoni e Ferrante - la sfida è la tolleranza zero per chi in maniera fraudolenta commercializza sacchetti che biodegradabili non sono. La rivoluzione dei bioshopper è stata ben accolta e recepita dai cittadini, che siamo certi saranno pronti a denunciare chi froda la legge e inquina l’ambiente”.