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L’intervista. Oli usati. Campanile (Conoe): “L’obiettivo più difficile è raggiungere le famiglie”

where Rimini when Gio, 21/11/2024 who roberto

Nel panorama della gestione dei rifiuti, il riciclo degli oli esausti rappresenta una delle sfide meno conosciute ma cruciali per l'ambiente. Il Conoe è in prima linea per promuovere la raccolta e il recupero di questi oli, un processo che non solo previene l'inquinamento, ma contribuisce anche alla produzione di biocarburanti e altri materiali sostenibili
di Luca Gringeri

Le sfide da affrontare sono ancora fotocampanile.jpgmolte, e fra queste bisogna comunicare di più con i cittadini per renderli consapevoli sul riciclo degli oli usati. Sono questi alcuni dei temi centrali della conversazione di e-gazette con il presidente del consorzio Conoe, Tommaso Campanile (nella foto).
 
Presidente, il Conoe si occupa del riciclo e recupero degli oli usati. Partiamo dalle fondamenta. Quale la situazione attuale, del 2024, e quali sono le collaborazioni con i capoluoghi e città italiane? 
Il Conoe ha raggiunto un traguardo importante: oggi possiamo dire che la raccolta degli oli esausti provenienti dalle attività professionali è arrivata al 100%. Questo è un obiettivo significativo, ma non è stato facile raggiungerlo. Sebbene la legge imponga alle attività professionali di conferire obbligatoriamente gli oli esausti al Conoe, c'è sempre un turnover elevato, soprattutto nel settore della ristorazione e del commercio. I nuovi operatori, infatti, non sempre sono a conoscenza di queste normative. Tuttavia, siamo riusciti a raggiungere questo risultato. Il lato più complesso è rappresentato invece dalla raccolta degli oli domestici, quelli prodotti nelle nostre case. Negli ultimi anni, abbiamo sviluppato una serie di progetti in collaborazione con i Comuni e le aziende di raccolta municipali per intercettare in modo più massivo gli oli che spesso finiscono nel lavandino o nei fossi. Attualmente, siamo in grado di raccogliere solo il 7-8% del potenziale totale di olio esausto che viene disperso nell'ambiente. Ma i risultati stanno arrivando, soprattutto grazie alla collaborazione con alcune città metropolitane come Pordenone, Ancona, Genova e Torino. Lì, infatti, i numeri della raccolta stanno crescendo significativamente. Questo significa ridurre l'inquinamento delle acque e del suolo, trasformando un rifiuto dannoso in una risorsa preziosa, che viene poi trasformata principalmente in biocarburante.
 
Parlando di sensibilizzazione, rispetto al riciclo di materiali come carta e vetro, che ormai sono processi consolidati, c'è ancora poca consapevolezza riguardo il riciclo degli oli usati, soprattutto a livello domestico. Come sta intervenendo il Conoe? 
Ha assolutamente ragione. Mentre il riciclo di materiali come carta, plastica e vetro è ormai un’abitudine consolidata, il riciclo degli oli esausti domestici è ancora poco conosciuto. Per affrontare questa sfida, i nostri progetti di raccolta, in collaborazione con i Comuni, si sviluppano su due fronti. Il primo riguarda l’organizzazione di raccolte di prossimità, quindi cercare di rendere più facile possibile per i cittadini il conferimento dell’olio esausto. L’idea è di fornire impianti di raccolta vicini alle abitazioni, dove le persone possono lasciare l'olio, ad esempio, in bottiglie di Pet, evitando così di gettarlo nel lavandino. Il secondo fronte è la comunicazione. Stiamo investendo in una strategia informativa rivolta direttamente alle famiglie, in collaborazione con le amministrazioni comunali. L’obiettivo è spiegare ai cittadini che raccogliere l’olio esausto non è solo una questione di responsabilità civile, ma un gesto che ha un impatto diretto sull'ambiente e sulla comunità. Quell'olio, una volta raccolto, viene trasformato in biocarburante, biolubrificante e, in futuro, anche in materiali plastici per la produzione di tessuti. Offrire queste informazioni permette alle persone di sentirsi parte di un progetto più grande, quello dell'economia circolare, e di capire l’importanza di non disperdere una risorsa che può essere riutilizzata in maniera sostenibile.
 
Visto che l’obiettivo è anche coinvolgere le nuove generazioni, di recente il Conoe ha organizzato una giornata dedicata alle scuole. Ci racconti di più. 
Sì, per esempio abbiamo organizzato a Ecomondo un momento dedicato ai giovani, con le scuole. Sono arrivati molti studenti, dalle elementari alle superiori, per partecipare a un evento educativo. Abbiamo utilizzato un piccolo robottino che interagiva con le scolaresche, un’esperienza che ha avuto un enorme successo. Quello che mi ha veramente colpito, però, è stato l'entusiasmo e la consapevolezza dimostrata dai ragazzi. Ho visto che non è vero che i giovani non sono interessati ai temi ambientali. Anzi, sono maturi e molto più consapevoli rispetto alle generazioni precedenti. Questi ragazzi non solo comprendono l'importanza della sostenibilità, ma sono anche pronti a mettersi in gioco per il futuro del nostro pianeta. È stato davvero emozionante.
 
Presidente Campanile, il consorzio Conoe ha collaborato anche con realtà come Legambiente. Qual è il ruolo di queste partnership? 
Legambiente è senza dubbio uno dei principali attori nazionali nella tutela dell'ambiente, in particolare per quanto riguarda la protezione delle acque e degli ecosistemi marini. Per noi è un partner fondamentale. Con Legambiente abbiamo siglato un accordo di collaborazione che ha due obiettivi principali. Il primo è quello di promuovere la raccolta e il conferimento degli oli domestici. Il secondo, forse ancora più importante, è quello di contrastare la criminalità legata alla gestione illegale degli oli esausti. Purtroppo, essendo ancora un materiale con un valore economico significativo, gli oli esausti vengono sottratti ai legittimi operatori per essere utilizzati in modo illecito, con gravi danni per l’ambiente e la salute pubblica. La nostra partnership con Legambiente ci permette di combattere queste pratiche illegali, tutelando così l’intero settore e promuovendo una gestione trasparente e responsabile degli oli esausti.

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