Nespresso invita a portare le capsule esauste in negozio: serviranno a donare riso al Banco Alimentare
Nel 2020 30.000 sacchetti di compost distribuiti per coinvolgere e sensibilizzare i consumatori. Al primo posto tra le province italiane più virtuose Parma, seguita da Forlì-Cesena e Palermo
Per ogni capsula esausta Nespresso c’è un nuovo inizio e ogni consumatore può contribuire a garantire ad ognuna di loro una seconda vita. A partire dal 7 giugno, infatti, a chi consegnerà le capsule esauste nelle 57 Boutique dove è attivo il servizio di raccolta in tutta Italia, Nespresso donerà un sacchetto di compost, nato dal caffè esausto, da 1 kg, simbolo del programma implementato dall’azienda per recuperare e riciclare le capsule in alluminio.
Il Programma
Parte integrante del programma “Nespresso per l’Italia”, attraverso il quale l’azienda leader nella produzione di caffè porzionato si impegna nella salvaguardia dell’ambiente, del patrimonio artistico, delle persone e di tutto ciò che rende unico il nostro Paese, l’iniziativa di distribuzione del compost vuole ribadire l’importanza della partecipazione attiva dei consumatori al riciclo delle capsule esauste di Nespresso e vede un impegno sempre maggiore da parte dell’azienda.
Quest’anno saranno infatti 45.000 i sacchetti di compost che, fino a esaurimento scorte, verranno consegnati a chi riporterà le capsule esauste nelle Boutique con servizio recycling attivo, il 50% in più rispetto allo scorso anno e con un obiettivo quindi di maggior coinvolgimento e sensibilizzazione sul tema.
Le città più virtuose
Ma quali sono state le province che si sono dimostrate più virtuose nel 2020 ricevendo più sacchetti di compost, riportando le capsule in Boutique? Al primo posto Parma, che lo scorso anno, durante la seconda edizione della campagna, ha dimostrato la maggior frequenza di compost distribuito ai consumatori in città, segnando quindi il punteggio più alto. Sul podio anche le province di Forlì-Cesena e Palermo, rispettivamente al secondo e terzo posto.
Da chicco a chicco
Riciclare una capsula Nespresso significa fare in modo che un chicco di caffè possa trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha più bisogno. Grazie al programma “Da Chicco a Chicco”, infatti, le capsule esauste di caffè si trasformano in nuove risorse, attraverso un progetto di Economia Circolare che consente al caffè esausto di diventare appunto compost utilizzato per la coltivazione in una risaia in Italia in provincia di Novara. Il riso prodotto, poi, viene riacquistato da Nespresso e successivamente donato a Banco Alimentare della Lombardia e Banco Alimentare del Lazio. Un circolo virtuoso che vede protagonisti i consumatori che, riconsegnando le proprie capsule esauste nei 128 punti di raccolta in 73 città italiane, possono partecipare attivamente al progetto da 10 anni. Per il riciclo delle casule, Nespresso fornisce sia nei propri punti vendita che attraverso gli ordini provenienti dal sito nespresso.com una recycling bag in omaggio, un utile sacchetto all’interno della quale è possibile conservare fino a 200 capsule usate, da riportare poi in Boutique o presso le isole ecologiche distribuite su tutto il territorio nazionale. Il progetto “Da Chicco a Chicco”, avviato grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), consente alle capsule esauste, una volta raccolte, di essere trattate con un sistema che permette di separare i residui di caffè e l’alluminio. L’alluminio, riciclabile al 100%, viene destinato alle fonderie per avviare il processo di riciclo che lo trasformerà in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini. Il caffè, invece, viene trasformato in compost e utilizzato in una risaia: da qui il riso prodotto, riacquistato da Nespresso, raggiunge Banco Alimentare della Lombardia – a cui finora sono stati donati oltre 3.400.000 piatti di riso - e Banco Alimentare del Lazio, a cui solo l’anno scorso sono stati offerti oltre 220.000 piatti di riso.