Nuova vita agli imballaggi flessibili, al via protocollo d’intesa della filiera
Lo hanno siglato il vicepresidente di Unione Italiana Food, Paolo Barilla, il presidente di Giflex, Alberto Palaveri, e il Vicepresidente di Ucima, Riccardo Cavanna
Gli imballaggi flessibili, composti in prevalenza da materie plastiche, sono molto usati nell'industria alimentare anche per le sue caratteristiche green: il 70% degli imballaggi flessibili è infatti riciclabile, sebbene l'effettivo invio al riciclo sia condizionato da alcuni limiti legislativi e tecnologici. Il tema dell'effettivo avvio a riciclo di questo materiale è di particolare rilievo per la nostra economia, perché l'Italia è tra i leader europei nella produzione di macchinari per la realizzazione di imballaggi flessibili e per il packaging (mercato che fattura complessivamente oltre 11 miliardi di euro). Per non disperdere una risorsa importante come gli imballaggi flessibili e dare un contributo concreto all'ambiente, il vicepresidente di Unione Italiana Food, Paolo Barilla, il presidente di Giflex, Alberto Palaveri, e il Vicepresidente di Ucima, Riccardo Cavanna, hanno firmato un Protocollo d'Intesa alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e del sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica, Vannia Gava.
Un primo tavolo tecnico
Con la sigla di questo protocollo, le Associazioni si impegnano entro gennaio 2022 ad organizzare un primo tavolo di lavoro tecnico, con membri provenienti dalla filiera, per analizzare i problemi che ostacolano la sostenibilità e riciclabilità degli imballaggi flessibili ed elaborare possibili soluzioni. Al tavolo verranno invitati anche i funzionari del ministero dello Sviluppo Economico (Mise), del ministero della Transizione Ecologica (Mite), del Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai) e del Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli imballaggi in Plastica (Corepla). Le sinergie frutto del Protocollo d'Intesa saranno poi alla base della costituzione di una serie di gruppi di lavoro che si occuperanno, tra le altre cose, di verificare quali interventi tecnologici possano essere operati sulle linee di produzione di packaging e su quelle confezionatrici per rendere possibile l'utilizzo di nuovi materiali e di studiare soluzioni tecnologiche per migliorare i sistemi automatici di selezione e pretrattamento dei rifiuti di imballaggi in plastica ed evitare che vengano inviati in discarica o all'incenerimento. Ipotizzando, come target di partenza, un recupero e riciclo del 50% di imballaggi flessibili raccolti, un primo obiettivo sarà quello di recuperare circa 50.000 tonnellate di materie plastiche da destinare ad una seconda vita.
Le dichiarazioni di Giorgetti, Barilla, Palaveri e Cavanna
"È un progetto che approccia in maniera corretta la sfida della sostenibilità ambientale delle nostre aziende e che si pone nella giusta traiettoria del Pnrr", dichiara il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che aggiunge: "Il Mise favorisce, in collaborazione con le università, il trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese". Per Paolo Barilla, "il Protocollo sugli imballaggi per noi è lo strumento più efficace per raggiungere risultati significativi e riteniamo che una tassazione sui film plastici, materiali recuperabili e riutilizzabili, sia incoerente e inefficace. La sostenibilità è un obiettivo da perseguire con grandi investimenti e una valorizzazione di tutti gli attori in prima linea con il sostegno delle Istituzioni". "Un prodotto su due in un supermercato è un packaging flessibile - dice Alberto Palaveri - , e lo si realizza con poco materiale (1/6 del totale sul mercato), un alleato ideale per la lotta al Climate Change. Materiali e imballaggi di nuova generazione sono già allo studio, ma il pack del futuro sarà il risultato di un lavoro di filiera e di ascolto, perché la sfida è culturale ed organizzativa, non solo tecnologica. Per questo chiediamo alle Istituzioni di sedere allo stesso tavolo, per condividere una chiara definizione di sostenibilità del packaging e obiettivi realmente misurabili. Non politiche punitive o scelte di consenso, ma interventi per portare valore all'intera Supply Chain". Secondo Riccardo Cavanna, "la sostenibilità è un obiettivo che viaggia su filiera lunga, dalla produzione agroalimentare alle nostre case e la filiera del packaging Made in Italy, in quanto leader mondiale e antesignana nello sviluppo di soluzioni sostenibili, ha tutte le caratteristiche per ambire a essere il motore e la guida di una trasformazione verde di materiali e tecnologie di confezionamento su scala internazionale".