Rinvio per la Tares, slitta da aprile a luglio il pagamento della prima rata
La tassa sui rifiuti del governo Monti dovrebbe dare un gettito di un miliardo di euro. Nel decreto anche l’emergenza immondizia a livello nazionale e per la regione Campania
Slitta da aprile a luglio il pagamento della prima rata della Tares, la nuova tassa sui rifiuti creata dal governo Monti, il cui gettito previsto è di un miliardo all'anno. Lo stabilisce il decreto legge sull'emergenza rifiuti approvato a larga maggioranza dal Senato, in prima lettura.
In origine il testo uscito dalla commissione Ambiente conteneva un emendamento, a firma del senatore del Pdl Antonio D'Alì, che prevedeva lo slittamento dell'entrata in vigore della tassa da gennaio a luglio. Dopo i rilievi di copertura formulati dalla commissione Bilancio si è però preferita la soluzione di compromesso, sulla quale il governo non si è opposto, di far slittare solo il pagamento della prima rata come misura per alleviare la pressione fiscale.
L'ultimo decreto legge della Legislatura si è anche occupato dell'emergenza rifiuti a livello nazionale e a livello locale per la Regione Campania, per la quale, in particolare, viene prorogata al 30 giugno 2013 la fase transitoria scaduta il 31 dicembre scorso, durante la quale è previsto che le attività di raccolta, di spazzamento e di trasporto dei rifiuti e di smaltimento o recupero inerenti alla raccolta differenziata continuano ad essere gestite dai Comuni della Regione Campania, al posto del subentro nella gestione da parte delle Province.
Decorso questo termine, si applicheranno anche sul territorio della Regione Campania le disposizioni che attribuiscono ai Comuni l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio, smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi.
Viene anche prorogato di un altro anno, fino al 31 dicembre 2013, il termine dell'entrata in vigore del divieto di smaltimento in discarica dei rifiuti, urbani e speciali, con Pci (Potere calorifero inferiore) superiore a 13 kJ/Kg.
Il divieto, secondo la relazione tecnica annessa al decreto legge, avrebbe impedito di portare in discarica una quantità rilevante di rifiuti, come quelli dell'industria alimentare, cartaria, tessile, rifiuti che secondo una direttiva europea andrebbero smaltiti in appositi impianti di termovalorizzazione per potenziare il recupero energetico.