Analisi. Nelle rinnovabili è sempre più difficile per le imprese attrarre nuovi talenti
Il Global Energy Talent Index di Airswift rivela che l’incremento dei profitti nell’oil&gas, e la conseguente promessa di più alti salari, potrebbe portare a un esodo dalle rinnovabili
Per le società operanti nel settore delle rinnovabili, attrarre nuovi talenti sta diventando sempre più difficile, data la rinnovata competizione con le aziende che operano nei combustibili fossili. È quanto emerge dalla settima edizione del Global Energy Talent Index (GETI), l'analisi annuale pubblicata dalla società di consulenza per il reclutamento nel settore energetico Airswift.
L’analisi
Airswift ha intervistato 10.000 professionisti e manager nell’industria energetica, attivi nel settore oil & gas, delle rinnovabili, petrolchimico e nucleare. Secondo lo studio, la ripresa del settore dei combustibili fossili, che ha registrato un incremento dei profitti, e la conseguente promessa di più alti salari, potrebbe portare a un esodo dello staff attualmente impiegato nelle rinnovabili. Ciò, viene sottolineato, avrebbe delle conseguenze rispetto al processo di transizione energetica. L’87% tra i professionisti delle rinnovabili intervistati considera infatti l’ipotesi di lasciare la propria posizione. Inoltre, due terzi degli stessi è aperto alla possibilità di cambiare settore e, per oltre la metà di essi, l’industria oil & gas rappresenta la destinazione più popolare. Allo stesso tempo, gli impiegati delle rinnovabili dichiarano di aver ricevuto sempre maggior interesse da parte di società esterne. Oltre tre quarti di loro infatti afferma di aver ricevuto richieste rispetto alla possibilità di assumere un nuovo ruolo durante lo scorso anno.
Buona reputazione, salari bassi
In generale, nonostante la lotta per il talento nel settore dell’energia sia sempre più intensa, il settore delle rinnovabili sperimenta ancora un vantaggio rispetto ad altri tipi di impieghi. L’industria dei combustibili fossili continua infatti a dover affrontare significative sfide “reputazionali”, soprattutto tra i lavoratori più giovani. La sensazione di contribuire positivamente allo sviluppo sostenibile viene indicato da oltre la metà dei partecipanti al sondaggio come uno dei principali motivi di soddisfazione al lavoro, seguita dalla possibilità di lavorare in modo flessibile, menzionata dal 39%. Inoltre, la metà degli impiegati nel settore delle rinnovabili afferma di riuscire ad avere un impatto concreto sulle politiche aziendali, la proporzione più alta nell’intero settore energetico.
Allo stesso tempo però, il 59% degli intervistati indica il salario e i benefit come il principale motivo di insoddisfazione sul luogo di lavoro. Secondo Janette Marx, amministratore delegato di Airswift, le aziende che operano nei combustibili fossili stanno diventando più popolari dato il loro impegno sul fronte delle remunerazioni. Gli impiegati nelle rinnovabili sono sicuramente tra quelli che hanno più a cuore i valori portati avanti dal proprio datore di lavoro, ma questo va ora oltre l’ambiente e riguarda anche una serie di fattori quali il contributo allo sviluppo sociale e la flessibilità sul posto di lavoro.