Dumping, appello degli eurodeputati a favore dei pannelli solari cinesi
Dopo la richiesta di 21 associazioni di settore da 19 Paesi Ue, questa volta l'appello alla Commissione europea arriva da una lettera firmata dagli eurodeputati dei principali gruppi politici
L'Unione europea non deve più limitare l'import di pannelli solari cinesi, fissando un prezzo minimo e altre misure antidumping, nate cioè per evitare la vendita a prezzi molto inferiori rispetto al loro valore commerciale.
L’appello dei partiti - Dopo la richiesta di 21 associazioni di settore da 19 Paesi Ue, questa volta l'appello alla Commissione europea arriva da una lettera firmata dagli eurodeputati dei principali gruppi politici (popolari, socialisti, conservatori, liberali, verdi e EFDD, il gruppo del Movimento 5 Stelle).
Preoccupazione per il crollo delle installazioni - Gli eurodeputati esprimono “forte preoccupazione” per l'impatto delle regole commerciali prese nel 2013 e “la situazione attuale - si legge nella lettera - ha visto i livelli delle installazioni solari crollare in maniera drammatica in Europa, passando dai 17 GW nel 2012 a meno di 7GW nel 2014”. Questo calo “ha avuto un impatto sull'occupazione nel settore del solare in Europa, che è sceso dai 265mila nel 2011 a 120mila di oggi”, riferiscono gli eurodeputati.
“Limitando il libero commercio e imponendo un prezzo minimo sull'import elevato sui pannelli solari, rendiamo più difficile per i comuni cittadini e imprese fare la loro parte nel ridurre le emissioni di carbonio” spiega l'eurodeputato svedese Christophe Fjellner (Ppe), promotore della lettera. Soddisfatto James Watson, presidente dell'associazione che riunisce l'80% dell'industria del solare europea (SolarPower Europe), secondo il quale l'appello dall'Europarlamento “dimostra che esiste un sostegno politico a dare lo stop come previsto alle misure, a dicembre”.