Irex. Le rinnovabili in netto calo a marzo, ma le difficoltà sono altrove
L’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana è in netta discesa. Dopo un febbraio in lieve ripresa registra un -4,3%
di Alessandro Marangoni*
La crescita mondiale è prevista al 2,8% nel 2023, meno del +3,4% del 2022, e stabile al 3% nel 2024 (fonte FMI). Le economie avanzate dovrebbero vedere un rallentamento della crescita più pronunciato, dal 2,7% nel 2022 all'1,3% nel 2023. In uno scenario alternativo, con tensioni più pronunciate nel settore finanziario, la crescita globale scenderebbe invece al 2,5% nel 2023 e quella delle economie avanzate sotto all'1%.
L’inflazione americana è stimata al 4,6% nel 2023 e 2,5% nel 2024. Più alto il dato europeo, con un 10,5% nell’anno in corso e un 6,5% nel successivo. Meglio l’Eurozona, con 5,3% nell’anno corrente. Tutte le stime sono in rialzo rispetto a gennaio e, nonostante gli operatori siano fiduciosi che le politiche monetarie restrittive produrranno effetti, l’aumento dei prezzi sembra più persistente del previsto.
La crescita del PIL negli Stati Uniti rallenterà all'1,5% nel 2023 e allo 0,9% nel 2024, in parte per le politiche rialziste della Fed. Nell'area euro dovrebbe attestarsi allo 0,8% nel 2023, ma salire all'1,5% nel 2024, con l'attenuarsi dei prezzi dell'energia. La crescita in Cina dovrebbe attestarsi al 5,3% quest'anno e al 4,9% nel 2024 (dati OCSE, marzo 2023).
La situazione internazionale influenza l’andamento del nostro Paese. Nel primo trimestre è diminuita l’inflazione all’8,2 per cento, pur rimanendo molto alta la componente di fondo, che continua a crescere (fonte Bankitalia). L’attività economica è leggermente aumentata nel primo trimestre del 2023, sostenuta dal settore manifatturiero, che beneficia della discesa dei corsi energetici e dell’allentamento delle strozzature lungo le catene di approvvigionamento. L’export cresce del 2,9% nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 rispetto al precedente trimestre e l’import diminuisce del 7,7% (dati Istat). La spesa delle famiglie resta debole nell’ultimo trimestre, sebbene aiutata dagli interventi pubblici, mentre la crescita per il 2023 è prevista minore dell’1%.
Le Borse europee mostrano andamenti differenziati a marzo dopo i rialzi di febbraio. Spicca la chiusura positiva del Dax di Francoforte a +1,7% rispetto al mese precedente, in crescita anche il Cac con +0,7%. Madrid, dopo il +4% dell’Ibex dello scorso mese, è in calo dell’1,7%. A seguire il FTSE All share di Milano, che chiude a -1,4%. Continua l’arretramento dell’indice energetico italiano, il FTSE Italia Energia, che perde il 3,7%, dopo il -3,9% di febbraio. Tale andamento, peggiore del mercato nel suo complesso, è ancora una volta segnato dalla flessione dei greggi e del gas. Nel mese il WTI ha ceduto l'1,5%, il TTF -1,3% e il Brent-4,9%, peggiore di tutti. Il PUN italiano cala a 136 €/MWh in media marzo, -15,3% rispetto al mese precedente.
L’indice Irex delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana è in netta discesa. Dopo un febbraio in lieve ripresa (+0,7%) registra un -4,3%. In calo tutte le società tranne Seri Industrial (+3,6%) e Comal (+1,6%). Seri Industrial in leggero recupero dopo il risultato nettamente negativo dello scorso mese (-12,7%), soprattutto dovuto alla difficile congiuntura del comparto batterie europeo generata dall’Inflation Reduction Act (Ira) statunitense. Comal continua, invece, a beneficiare del contratto firmato in gennaio con un investitore estero per realizzare un impianto fotovoltaico in provincia di Viterbo del valore di 53 milioni di euro.
Maglia nera per Esi (-16,5%), Frendy Energy (-9,8%) e Iniziative Bresciane (-9,2%). Esi sembra scontare l'approvazione dell’aumento di capitale sociale per un importo fino a 3,5 milioni di euro. Frendy Energy ha pubblicato i risultati del 2022, con ricavi in contrazione rispetto al 2021 e una perdita netta di oltre 3 milioni di euro. Pesa l’estrema siccità nel nord Italia, che ne ha ridotto la produzione di energia idroelettrica. Situazione analoga per Iniziative Bresciane, che ha chiuso il 2022 con 18,03 milioni di euro di ricavi, in calo del 23% rispetto all’anno precedente.
Nel complesso, il settore delle rinnovabili italiano continua ad essere penalizzato da fattori esogeni, quali condizioni ambientali e incertezza sulle politiche energetiche. In un contesto nazionale di grande difficoltà dovuta all’inflazione che non accenna a diminuire, pesa anche l’aumento del costo del capitale, mentre il potenziale di sviluppo prospettato dagli obiettivi europei di decarbonizzazione stenta ancora a tradursi nelle misure nazionali e negli investimenti.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex