Irex stabile, tra incertezza dei mercati e consolidamento delle aziende
Il 2013 delle pure renewables italiane, dopo le fasi di difficoltà seguite al boom degli anni scorsi, è caratterizzato da un miglioramento dei conti economici e da una riduzione dell’indebitamento
di Alessandro Marangoni*
Il mese di novembre è stato caratterizzato da un andamento positivo dei mercati finanziari, spinti dalle buone notizie sull’occupazione negli USA e dalla decisione della Bce di portare i tassi d’interesse ai minimi storici (0,25%). L'outlook autunnale dell’Ocse ha però rivisto al ribasso le stime sulla crescita mondiale (dal 3,1% al 2,7% per il 2013 e dal 4% al 3,6% per il 2014). La causa principale è dovuta al rallentamento delle economie emergenti, traino dello sviluppo globale negli ultimi anni. Per quanto riguarda l’Eurozona, le prospettive sono positive: per il 2013 le stime sono migliorate dello 0,2% e per il prossimo anno sono rimaste stabili (da 1,1% a 1%).
Sulla scia di queste notizie il Dax (+4%) ha confermano il trend positivo del mese di Ottobre, mentre Cac (-2%) e Ibex (-3%) hanno registrato performance negative, in particolare negli ultimi giorni. In Italia l’indice all share ha segnato un -5%. Al risultato hanno contribuito il difficile iter di approvazione della legge di stabilità e gli ultimi dati pubblicati dall’Istat sul tasso di disoccupazione giovanile, che ha toccato il massimo storico del 41%.
Sul fronte dell'energia, i consumi ancora stagnanti hanno limitato l'impatto di alcuni potenziali rischi di approvvigionamento, come le incertezze politiche in Ucraina e l’azzeramento delle forniture di gas dalla Libia, causato dalla sempre maggior instabilità del Paese.
L’indice Ftse Oil And Gas, pertanto, ha registrato un calo dell’8%. In parallelo è aumentato il differenziale di prezzo tra il Brent (112 $/b) e il WTI (97 $/b) giunto sopra i 16 dollari, dato anche l'alto livello delle scorte americane, il più consistente da cinque mesi a questa parte. Il Brent, dopo aver toccato un massimo di 111 $, ha subito una discesa del 2% grazie all’accordo raggiunto tra Iran e Consiglio di sicurezza dell’ONU sul tema nucleare, per poi ricominciare a crescere.
In questo quadro l’indice Irex rimane pressoché invariato, riflettendo elementi di carattere opposto. Da un lato, il comparto delle pure renewables italiane sconta la prospettiva di una norma sul capacity payment per il termoelettrico da finanziare attingendo agli incentivi alle rinnovabili. Dall’altro beneficia dei risultati positivi emersi dalle relazioni al terzo trimestre di alcune quotate. In generale emerge un aumento dei ricavi (Kinexia +38%,Ternienergia +12%, Alerion +6% e KR Energy +2%) rispetto allo stesso periodo del 2012, grazie all'entrata a regime degli impianti e a nuovi business. Parallelamente si assiste a una diminuzione o a un consolidamento dell’indebitamento.
ErgyCapital ha mostrato risultati in linea con il 2012 e ha ridotto il debito per via dell’aumento di capitale; anche Falck Renewables ha ottenuto risultati positivi, anche in seguito alla cessione del 49% degli impianti in UK. Il titolo Eems ha avuto un andamento positivo, trainato dalla notizia dell’accordo di ristrutturazione del debito stipulato con il pool di banche creditrici. Frendy Energy continua la sua espansione, proseguendo nell’installazione di impianti mini-hydro. Nel complesso sembra che il 2013 delle pure renewables italiane, dopo le fasi di difficoltà seguite al boom degli anni scorsi, sia caratterizzato da un miglioramento dei conti economici e da una riduzione dell’indebitamento. Il consolidamento del settore prosegue attraverso razionalizzazioni, la cessione di alcuni asset, alleanze con i player maggiori e una crescente internazionalizzazione.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex