L’Italia delle proroghe - Cremonesi (Ifi): quello sullo smaltimento dei pannelli è uno schiaffo all’industria italiana
Secondo il presidente del comitato dei produttori nazionali del fotovoltaico il provvedimento, adottato a Natale, ha l’effetto di avvantaggiare “quei consorzi, produttori e importatori appartenenti a gruppi multinazionali, per lo più cinesi”
La notizia dell’extra-proroga di tre mesi (da fine anno al 31 marzo 2013) del periodo transitorio indicato ai consorzi di smaltimento dei moduli fotovoltaici per assolvere ai requisiti indicati nei DM 5 maggio 2011 non è andata giù al Comitato IFI. L’industria fotovoltaica ha espresso, per voce del suo presidente Alessandro Cremonesi, il dubbio “che il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) avesse iniziato uno strano palleggio di competenze con il GSE, al fine di consentire ai ritardatari di disporre di qualche mese in più per conformarsi alle prescrizioni: almeno da metà settembre, quando il Disciplinare Tecnico era di fatto già pronto per una sua pubblicazione, in attesa solamente di un formale avvallo da parte del MISE”.
“Il Comitato IFI - si legge ancora in una nota - nel corso del 2012 ha in più occasioni comunicato in modo ufficiale ai soggetti competenti (MISE e GSE) che avrebbe vigilato in modo intransigente e rigoroso per il rispetto formale e sostanziale di tutte le severe disposizioni inserite nelle norme contenute nei decreti IV° e V° Conto Energia (certificazione ISO 9001, 14001, 18001), compresa quella relativa all’adesione ai Sistemi e Consorzi di smaltimento che garantissero la completa gestione del fine vita dei moduli FV”. “Tale richiesta - precisa Cremonesi - aveva lo scopo di tutelare gli ingenti sforzi compiuti dall’industria nazionale, già pesantemente vessata dai continui cambi normativi e da condizioni inique di competitività di mercato (dumping cinese), messi a punto per farsi trovare in regola all’entrata in vigore dei requisiti normativi prescritti, rispetto a chi, in regola, non vi si fosse trovato”.
“Questa extra-proroga di tre mesi - ha rilevato ancora Cremonesi - concessa a chi dopo oltre sei mesi di periodo transitorio non ha investito adeguatamente per ottemperare ai requisiti previsti, ha l’effetto di uno schiaffo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico all’industria nazionale dei moduli FV, in regola già dal primo giorno di entrata in vigore delle prescrizioni normative (1 luglio 2012)”.
“E’ evidente – ha concluso Cremonesi – che gli effetti di questa extra-proroga vadano a totale vantaggio di sistemi e consorzi di smaltimento non ancora pronti a soddisfare tutti i requisiti di conformità alla normativa vigente, che annoverano tra i loro aderenti grandi gruppi esteri di produttori e importatori per lo più cinesi. Prendiamo atto che, anche in quest’occasione, le istituzioni nazionali, il cui ruolo naturale dovrebbe essere quello di tutelare e salvaguardare l’industria italiana e gli effetti occupazionali e di sviluppo delle comunità locali che essa stessa genera, abbiano ancora una volta disatteso le nostre aspettative di rigore ed imparzialità.”