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Quelli che no. L’allarme del Wwf: “La centrale rinnovabile inquina il Pollino”

where Potenza when Mer, 05/02/2025 who roberto

L’associazione ecologista contro la centrale a biomassa del Mercure in Calabria: “È ora di attuare la norma laghi”. La norma prevedrebbe il ridimensionamento dell’impianto nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. L’impugnazione del governo

Il Wwf si schiera a fianco centrale-mercure.jpgdella Regione Calabria e ai comuni lucani di Rotonda e Viggianello nel chiedere che sia applicato l’articolo 14 della legge regionale calabrese n. 36/2024 (la cosiddetta norma Laghi) che vieta di costruire impianti a biomasse nei parchi nazionali e regionali con una potenza superiore a 10 MW termici, e che impone di fare scendere sotto i 10 MW quelli che esistono già. Contro questa decisione – pensata in modo specifico contro la centrale nel parco del Pollino - il governo ha deciso di impugnare la legge. Il parco nazionale del Pollino si trova a cavallo fra le Regioni Calabria e Basilicata.
 
La battaglia viene da lontano
Questa disposizione avrebbe come prima conseguenza il fortissimo ridimensionamento dagli attuali 35 MW elettrici della centrale a biomasse del Mercure (F2i) nel cuore del Parco Nazionale del Pollino.
La battaglia contro la centrale viene da lontano e ha visto il Wwf sempre sostenere che l’impianto è incompatibile con un parco nazionale per l’impatto ambientale causato soprattutto dall’ingente quantità di biomassa necessaria per il suo funzionamento, circa 350mila tonnellate di legname l’anno, biomassa che secondo l’associazione proviene in gran parte da lunghe distanze con forte peggioramento degli impatti ambientali per le conseguenti emissioni inquinanti e climalteranti che si sommano alle già performance impiantistiche (efficienza del 26%) che a parere del Wwf ne fanno uno dei peggiori modi di usare la biomassa.
 
L’impugnazione
La vicenda sottolinea la contrapposizione tra il governo nazionale e la Regione, la quale ha provato a dare una soluzione vietando la presenza della centrale nella Valle del Mercure. Il Consiglio dei ministri ha deliberato di impugnare la legge della Regione Calabria, in cui ravvisa l’incostituzionalità della norma che introduce un divieto alla realizzazione e all’installazione di una specifica tipologia di impianto in una determinata area, non rispettando le normative comunitarie volte a promuovere la massima diffusione delle energie rinnovabili.
Il presidente regionale Mario Occhiuto ha già fatto sapere che la Regione le motivazioni davanti alla Corte. Il Wwf chiede che la Corte costituzionale riconosca le ragioni della Regione Calabria.
 
La Basilicata
A parere del Wwf anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, dovrebbe prendere posizione e superare la sua posizione contraria al ridimensionamento della centrale. L’associazione chiede che la Regione Basilicata adotti il piano del Parco del Pollino, già approvato dalla Regione Calabria nel 2023, il quale di fatto sancisce l’incompatibilità della centrale con l’area protetta, oltre a costituire lo strumento principe per il buon governo del territorio del Parco.
Lo sviluppo del Parco Nazionale del Pollino – conclude la nota del Wwf - deve avvenire nel più assoluto rispetto della straordinaria biodiversità del territorio e sulle reali esigenze delle comunità locali, attraverso percorsi condivisi di crescita che pongano le unicità del territorio in primo piano, scongiurando invece la presenza di impianti impattanti come la Centrale del Mercure.

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