Allarme batterie. La Corte dei Conti avverte sul rischio di carenza delle materie prime nella UE
Per diventare secondo produttore al mondo nelle batterie, l’Unione europea deve decuplicare la produzione, passando da 44 GWh a 400 GWh
Per sostenere una crescita rapida della produzione di batterie, l’Unione europea dovrà garantirsi un accesso sicuro alle materie prime come litio, cobalto e nickel, in grado di coprire l’attesa impennata della domanda futura e il rischio di carenze di materie prime, aggravato dalla guerra in Ucraina. È quanto afferma la Corte dei conti Ue, che ha pubblicato un’analisi preliminare, la quale sarà poi sostanziata da un audit per verificare le misure adottate dalla Commissione europea in materia.
I numeri per diventare secondo produttore mondiale
La Ue prevede un rapido incremento della produzione di batterie entro il 2025, con l’obiettivo di diventare il secondo produttore mondiale dopo la Cina. La produzione europea di batterie dovrebbe quasi decuplicare rispetto al 2020, passando da 44 GWh (6 % della capacità mondiale) a 400 GWh, coinvolgendo 800mila posti di lavoro e generando un’attività economica di circa 250 miliardi di euro all’anno. La Corte dei Conti nota che la Commissione si è concentrata sull’approvvigionamento sostenibile e diversificato e su catene di valore resilienti. Le stime iniziali mostrano che il bilancio Ue ha fornito almeno 1,25 miliardi di euro di sovvenzioni a progetti relativi alle batterie tra il 2014 e il 2020 ed altri 500 milioni a titolo di garanzie sui prestiti. Il programma faro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa ha destinato 925 milioni di euro a questo settore per il periodo 2021 2027, e traguardi e obiettivi al riguardo sono stati inclusi anche in alcuni piani nazionali per la ripresa e la resilienza.
La verifica degli obiettivi
Ora gli auditor esamineranno la strategia e gli obiettivi della Commissione per la catena del valore delle batterie e ne verificheranno la coerenza con le strategie più generali in materia di neutralità climatica e di mobilità sostenibile. Verificheranno inoltre se la Commissione abbia scelto strumenti adeguati ed efficaci per intervenire in questo settore fortemente trainato dall’industria, in che modo abbia assegnato i finanziamenti della Ue al settore tra il 2014 e il 2020 e quali risultati siano stati finora conseguiti. Inoltre, si recheranno in Germania, Spagna, Francia, Polonia, Svezia (i Paesi in cui sono in corso i progetti riguardanti le batterie che hanno ricevuto i maggiori finanziamenti) e Portogallo (il Paese con le più consistenti riserve conosciute di litio in Europa). Nel 2018, solo il 3% della capacità di produzione mondiale delle celle di batterie a ioni di litio, attualmente la tecnologia d’avanguardia nel settore dei veicoli elettrici, si trovava nella Ue. A titolo di confronto, circa il 66 % era localizzato in Cina e il 20% in Corea del Sud, Giappone e altri Paesi asiatici.