Il nucleare che verrà: a Roma il primo summit sulla fusione
Il centro ricerche dell’Enea di Frascati ha ospitato la prima riunione del “G7 Working Group” sulla fusione nucleare. Il ministro Pichetto: «Cooperazione decisiva, nessuna nazione può affrontare questa sfida in autonomia»
«La “scuola” italiana di fisica e ingegneria per la fusione è da annoverare tra le migliori al mondo, visto che ha formato persone che occupano ruoli chiave in un gran numero di laboratori e organismi a livello internazionale. Il contributo dell’Italia al programma europeo sulla fusione è di notevole rilievo, con attività di ricerca che negli ultimi dieci anni sono state finanziate con oltre 800 milioni di euro e hanno visto impegnate 650 persone in media all’anno. E ora, con il Dtt (Divertor Tokamak Test, ndr), il nostro paese conferma la propria centralità come sede di ricerca assieme a Iter per i futuri impianti a fusione, ed è pronta a condividere tali esperienze con i G7». È quanto ha detto il presidente dell’Enea, Gilberto Dialuce, chair del G7 Energia, in occasione della prima riunione del “G7 Working Group” sulla fusione nucleare che si è tenuta la scorsa settimana al centro ricerche Enea di Frascati (Roma). Il gruppo è nato al G7 su clima, energia e ambiente che si è svolto alla reggia di Venaria (Torino) sotto la presidenza italiana.
Best practice e standard comuni
Il Working Group ha individuato le priorità e il calendario dei lavori futuri, che proseguiranno sotto la presidenza canadese. I lavori si baseranno sullo scambio di best practice relative alle attività di ricerca e sui programmi di sviluppo in corso per rafforzare la cooperazione e accelerare lo sviluppo dei progetti di fusione; verranno definiti i criteri che regolano i progetti di impianti a fusione per armonizzare le procedure e gli standard e fornire un quadro di riferimento alle industrie che investono nel settore; infine, saranno individuati i possibili meccanismi per facilitare la collaborazione pubblico/privato.
La sessione ministeriale
Secondo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, che ha coordinato la sessione ministeriale dell’evento, «nessuna nazione può affrontare questa sfida in autonomia. La prima riunione del G7 Working Group sulla fusione – ha aggiunto – è il segno concreto dell’impegno dei Paesi del G7 per rafforzare la cooperazione internazionale sull’energia da fusione».