Gli pneumatici fuorilegge bloccano la raccolta
Ecopneus ha dovuto fermare la raccolta negli ultimi quattro giorni di gennaio. “Necessario un intervento strutturale per risolvere il problema dei flussi illegali”
Dopo aver chiuso il 2015 con una quantità raccolta di pneumatici fuori uso complessivamente superiore dell’8% al target di legge, il mese di gennaio si ripresenta con lo stesso problema, acuito dalla presenza di accumuli che i punti di generazione di gomme usate (gommisti, operatori del ricambio) avevano realizzato negli ultimi giorni di dicembre a causa dei vari rallentamenti nella raccolta.
Al 27 gennaio i quantitativi raccolti da Ecopneus avevano già superato le 23.000 tonnellate, contro le 19.500 tonnellate corrispondenti al target “di legge” su base mensile, ovvero quello derivante dall’obiettivo di recupero a fronte dell’immesso nel mercato del ricambio dai soci nell’anno precedente.
Ecopneus ha quindi deciso di bloccare la raccolta negli ultimi quattro giorni lavorativi del mese scorso - da mercoledì 27 a sabato 30 gennaio - per evitare di superare eccessivamente la soglia di extra raccolta. Per evitare, infatti, una fermata totale prolungata a fine anno dei ritiri di pneumatici dai punti di generazione, l’unica soluzione per il momento è quella di distribuire le fermate in corso d’anno, in base al superamento del target calcolato su base mensile.
“Il problema è stato affrontato anche nel 2015 in via emergenziale - dichiara Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus - grazie alla disponibilità nostra e di altri consorzi e a un intervento diretto del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Serve ora una soluzione strutturale, che può venire soltanto da una lotta serrata al fenomeno dei flussi illegali di vendita dei pneumatici, ovvero delle vendite in nero”.
L’extra quantità di gomme usate che va a gravare sui quantitativi complessivi da raccogliere e recuperare - senza che a essa corrispondano le risorse economiche da dedicare al processo di raccolta e riciclo in quanto pneumatici venduti senza scontrino o fattura, dunque senza eco-contributo - deriva esclusivamente dai fenomeni di illegalità diffusa. Questo flusso va a gravare in modo straordinario sul sistema, sui consumatori e sugli imprenditori che operano in modo corretto e onesto.