Smart home. In Italia nel 2019 il mercato cresce per 530 milioni di euro, +40%
Il 40% dei consumatori italiani ha in casa almeno un oggetto smart e cresce anche la capacità di utilizzare funzioni avanzate, ma il 54% è preoccupato per i rischi per la privacy e la sicurezza informatica
Continua a crescere il mercato italiano della Smart Home, che raggiunge nel 2019 un valore di 530 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto al 2018, trainato da soluzioni per la sicurezza, smart home speaker ed elettrodomestici che complessivamente coprono oltre il 60% del mercato. Il trend di crescita è paragonabile a quello dei principali paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio rispetto a Germania e Regno Unito (2,5 miliardi ciascuno) o alla Francia (1,1 miliardi). Sono alcuni dei risultati della ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano presentata al convegno dal titolo “Smart Home: dove c’è IoT, c’è casa”.
Il boom degli assistenti vocali spinge l’avanzata dei retailer online e multicanale come principale canale di vendita di oggetti connessi per la casa (47%), mentre la filiera tradizionale – composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori – mantiene un ruolo rilevante (39%), ma perde quote di mercato. Netto l’incremento delle telco (10%, +140% rispetto al 2018) e ancora limitato il peso di utility e assicurazioni (4%). Sempre più aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi per la Smart Home: gli esempi sono numerosi e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione, al supporto per la riduzione dei consumi energetici, al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani. Si moltiplicano, inoltre, alleanze e partnership fra gli operatori per offrire nuovi servizi che sfruttano la progressiva integrazione tra intelligenza artificiale e dati raccolti attraverso gli oggetti connessi.
Insieme al mercato crescono la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle case: il 68% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti. Aumenta anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali (+3% rispetto al 2018).
Il mercato – Il mercato italiano della Smart Home cresce a ritmi sostenuti nel 2019, con un incremento paragonabile a quello dei principali paesi europei. Se si guarda al valore assoluto, tuttavia, l’Italia è superiore solo alla Spagna (420 milioni di euro, +40%), mentre resta elevato il distacco da Germania (2,5 miliardi di euro, +38%), Regno Unito (2,5 miliardi, +47%) e Francia (1,1 miliardi, +37%).
Le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa (+15% nel 2019). In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato (+58%), che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni di euro e il 16% del mercato (+55%), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%, +10% sul 2018). Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità, con un valore complessivo di 65 milioni di euro (il 12% del mercato, +44%). Seguono le casse audio (50 milioni di euro, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.
Le tecnologie – L’ingresso degli OTT nel settore del Smart Home ha portato numerose novità, nuovi casi d’uso e nuove tecnologie a questi dedicate. Amazon, ad esempio, ha rilasciato un nuovo protocollo con l’obiettivo di offrire connessioni a consumi, costi e banda ridotti su distanze in cui WiFi e Bluetooth non garantiscono la copertura, per fornire applicazioni adatte a spazi aperti come l’illuminazione degli ambienti esterni, la rilevazione dei movimenti e la localizzazione degli animali domestici. Apple prevede l’inserimento di un chip Ultra Wide Band (UWB) all’interno dell’iPhone 11, con applicazioni in termini di controllo degli accessi (utilizzando lo smartphone come passepartout) all’interno della casa.
“Per accelerare lo sviluppo del mercato della Smart Home, caratterizzato da protocolli molto diversi e spesso non interoperabili, alcuni grandi player hi-tech come Amazon, Google, Apple e ZigBee Alliance hanno progettato una struttura open-source (Connected Home over IP - CHIP) capace di integrare le tecnologie già sviluppate e di facilitare la creazione di prodotti interoperabili fra loro e con gli assistenti vocali - commenta Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Le precedenti iniziative congiunte non hanno avuto il successo sperato, ma questo progetto punta sull’approccio open-source e sulla forza degli Over-The-Top per imporsi sul mercato”.