Terre rare. Usa con Giappone, India e Australia per rompere il dominio della Cina
La Cina è responsabile della produzione del 62% delle terre rare complessive; seguono gli Stati Uniti con il 12%
Stati Uniti, Giappone, India e Australia uniranno le forze per far concorrenza alla Cina sul tema delle terre rare. L’idea è di collaborare per assicurare l'approvvigionamento delle terre rare, elementi chimici fondamentali, per esempio, per schede grafiche e smartphone, per gli impianti eolici e per la produzione dei motori delle auto elettriche; lo scrive il quotidiano Nikkei.
Come è noto, Pechino domina da anni il settore delle terre rare: secondo i dati dell'agenzia statunitense US Geological Service, nel 2020 la Cina è stata responsabile della produzione del 62% delle terre rare complessive; poi, gli Stati Uniti con il 12% e il Myanmar e l'Australia con circa il 10% ciascuno. A febbraio, il presidente statunitense, Joe Biden, ha ordinato un'analisi delle principali catene di approvvigionamento statunitensi per verificare "la loro resilienza e la capacità di garantire la sicurezza nazionale e di essere pronte per le emergenze".
Biden vuole affrontare alcune lacune nella produzione interna e nelle catene di fornitura che sono dominate da "nazioni che sono o rischiano di diventare ostili o instabili". Nonostante non sia menzionata la Cina, la revisione servirà a determinare quanto l'economia e le forze armate statunitensi dipendano da prodotti importati da Pechino. Sempre a febbraio, il Financial Times ha scritto che la Cina sta valutando la possibilità di limitare le esportazioni delle terre rare, cruciali anche per l'industria statunitense della difesa; sono per esempio usate per la produzione di armi sofisticate e dei jet da combattimento F-35.