Terre rare, scoperto un procedimento che usa i batteri per estrarre i metalli dai fosfati
La scoperta è dei ricercatori della Rutgers University del New Brunswick e del Critical Materials Institute. Si evitano così le aggressive sostanze chimiche per separare gli ossidi come gadolinio o cerio
Gli Stati Uniti potrebbero presto rispondere al dominio della Cina nel commercio delle terre rare - indispensabili per la fabbricazione delle batterie e dei circuiti elettronici presenti nelle auto elettriche ed elettrificate - con un’importante scoperta fatta dai ricercatori della Rutgers University del New Brunswick e del Critical Materials Institute.
Partendo da scarti rocciosi di fosfati, gli scienziati hanno messo a punto un processo che utilizza batteri al posto di aggressive sostanze chimiche per arrivare alla separazione di ossidi di terre rare, come Gadolinio, Praseodimio, Cerio, Samario, Lantanio e Neodimio.
L'applicazione di processi compatibili con il rispetto ambientale - si legge sul magazine Usa Wards Auto - potrebbe avvantaggiare una delle fasi più critiche per la produzione di batterie, e quindi sostenere la diffusione della mobilità elettrica. Attualmente, l'80,4% delle terre rare proviene dalla Cina: a titolo di paragone vale il dato del 2017, un anno in cui dal grande Paese asiatico sono state immesse sul mercato 105mila tonnellate di terre rare, contro le 43mila tonnellate prodotte dagli Stati Uniti, ma nell'arco di ben 20 anni.