A2a annuncia la riconversione di Monfalcone a carbone “pulito”
“Ridurrà le emissioni dell’80%”, assicura il direttore generale Rossetti. Un gruppo di cittadini protesta in piazza
A2a annuncia la riconversione della centrale a carbone di Monfalcone, in provincia di Gorizia. Il progetto per la realizzazione ex novo di gruppi a carbone, eliminando gli attuali risalenti agli anni Sessanta, “sarà in grado di abbattere le emissioni dell’80%”, ha fatto sapere il direttore generale, Paolo Rossetti, insieme al responsabile dell’impianto termoelettrico, Massimo Tiberga, e a quello della centrale di Monfalcone, Roberto Scottoni. Ne dà notizia “il Piccolo” di Trieste.
La rinnovata centrale avrà una potenza di 340 MW elettrici e un rendimento medio del 46%, rispetto ai 976 MW attuali con rendimento del 37%, e ai 1152 MW, rendimento del 50%, autorizzati dall’Aia per il progetto di Endesa.
Archiviato il progetto spagnolo, dunque, il combustibile principale diventa il carbone. Ma il nuovo impianto prevede, contestualmente al carbone “pulito”, anche una quota-metano. “Rispetto al metanodotto previsto da Endesa di collegamento alla rete nazionale a Villesse – spiega Tiberga dalle pagine del quotidiano – stiamo valutando un percorso di allacciamento alla rete regionale”. Altro tema è la continuazione della co-combustione per incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili.
Tempi di realizzazione del nuovo impianto: cinque anni. Con un’occupazione suppletiva prevista da un minimo di 350-400 lavoratori a un massimo di 600-700.
Mentre A2a presentava lo studio, all’esterno del municipio triestino c’era chi esibiva i cartelli: “Il carbone non è mai pulito”.