A2a vuole vendere l’idroelettrico nel bresciano. I sindaci dicono no
Per la maxi utility lombarda gli impianti “non sono strategici in quanto non programmabili”. Le amministrazioni locali – da Prevalle a Sarezzo – preoccupate per la possibile gestione privata
Cinque centrali idroelettriche del territorio bresciano sono state considerate da A2a “non strategiche in quanto non programmabili”. Si tratta di tre impianti dislocati sul Chiese, nei comuni di Prevalle, Pompegnino di Vobarno e Roè Volciano, di una sul Naviglio grande bresciano, a Prevalle, e di un’ultima sul Mella, a Cogozzo di Villa Carcina, Lo scrive quibrescia.it.
L’intenzione dell’azienda, di fatto confermata dall’assessore alle Partecipate del comune di Brescia, Nicola Gallizioli, sarebbe quella di cedere le centrali, in quanto non consentirebbero il miglioramento del saldo complessivo societario. La possibilità della cessione, però, non fa felici i sindaci dei comuni interessati, così come quelli di Sarezzo e Muscoline. Secondo i primi cittadini, infatti, le centrali ex Asm sarebbero state oggetto di investimenti per l’apporto di migliorie nell’efficienza e nella produzione elettrica. Produzione che, se pur non programmabile, garantirebbe energia pulita e, quindi, un saldo economico positivo.
A parte le perplessità di natura economica, riferisce il giornale, i sindaci si dicono preoccupati per la possibile gestione privata degli impianti e dei canali di pertinenza. La richiesta delle amministrazioni comunali, in definitiva, è quella di essere prese in considerazione durante le trattative.