ARERA vince il premio smart working della PA per l’innovazione delle modalità di lavoro
Il riconoscimento dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano
ARERA ha vinto lo “Smart Working Award 2023” per la categoria Amministrazioni Pubbliche, il riconoscimento dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano alle organizzazioni che si sono distinte per capacità di innovare le modalità di lavoro grazie ai loro progetti di smart working.
I criteri
Nella categoria PA, si legge nelle motivazioni, il progetto di ARERA è stato ritenuto il migliore in base ai tre criteri stabiliti per la selezione: impatto all’interno dell’azienda, vale a dire i benefici legati all’efficienza; estensione, intesa come numero dei lavoratori coinvolti; innovazione del progetto. Il premio è un riconoscimento del processo di innovazione avviato nel corso della IV Consiliatura che, supportato da importanti investimenti in tecnologia e competenze, ha portato a una mappatura dei principali processi aziendali e a una loro completa dematerializzazione. La re-ingegnerizzazione dell’infrastruttura informatica e gli investimenti nella dotazione digitale del personale hanno permesso di creare una modalità lavorativa in cui tutti i processi ARERA sono accessibili a tutti i dipendenti e possono essere svolti in modalità remota, da qualsiasi luogo e con qualsiasi strumento. Il percorso ha visto anche fasi di formazione ad-hoc, differenziate per figure professionali e costruito a partire dalle esigenze manifestate con una survey interna, e la redazione di un “manuale operativo dello smartworking” ritagliato su misura sulle esigenze di un’Autorità indipendente.
La scelta dello smart working
ARERA ha scelto di valorizzare lo smart-working anche dal contesto dell’emergenza, con una “normalizzazione” del lavoro da remoto che ha portato, tra l’altro, alla riduzione dei costi legati alle sedi di lavoro e degli spostamenti casa-lavoro. Da quest’ultimo punto di vista i primi confronti tra la situazione precedente e quella attuale hanno consentito di stimare una riduzione annua di quasi 200 tonnellate di CO2 emessa (fonti utilizzate per i fattori di emissione: ISPRA 2020 e Ecoinvent 3.8) e una riduzione di emissioni inquinanti dell’ordine del 70%, con una sensibile riduzione degli impatti ambientali legati al funzionamento delle strutture e alla mobilità del personale.