Come cambia l’industria. Così Scarlino (Grosseto) passa dai “fanghi rossi” all’economia circolare
Demoliti i camini dell’inceneritore di uno degli insediamenti industriali più inquinanti del ‘900. Con 150 milioni diventerà il polo per il recupero di scarti da cartiera, il trattamento di fanghi e di legno
Va avanti la bonifica nell’area dell’impianto di incenerimento rifiuti di Scarlino, nella provincia di Grosseto, gestito da Iren Ambiente. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l'assessora all’ambiente Monia Monni e l'assessore alle attività produttive Leonardo Marras hanno effettuato un sopralluogo dell'area accompagnati dai sindaci e dai consiglieri regionali di zona oltre che dall'amministratore delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini e dal responsabile sviluppo di Iren Ambiente Luca Galimberti.
Fase preliminare
Nel corso della visita all’area di cantiere Iren Ambiente ha annunciato l’avvenuta demolizione dei due vecchi camini del termovalorizzatore che occupava il sito industriale e ha illustrato le prossime fasi della bonifica, la cui conclusione è prevista entro la fine dell’anno. In questa fase, preliminare per l’avvio dei cantieri del nuovo progetto, è previsto il recupero e lo smaltimento di rottame metallico, coibentazioni, refrattari, inerti (dal cemento armato), oltre allo smaltimento dei terreni inquinati. In seguito all’ottenimento della certificazione, Iren Ambiente provvederà all’avvio del progetto per il polo integrato di economia circolare, con un investimento di 150 milioni.
Che cosa sarà fatto
Il progetto prevede l’installazione di quattro impianti: un impianto di trattamento pulper (scarti da cartiera) e plastiche di scarto non valorizzabili da impianti di recupero; un impianto di depurazione per il trattamento di rifiuti liquidi, che prevede l’ampliamento dell’impianto esistente di trattamento chimico-fisico con l’aggiunta della sezione di trattamento biologico, in grado di depurare flussi contenenti metalli e componenti organiche e ammoniacali; un impianto di trattamento del legno che trattando legno da raccolta differenziata sarà in grado di produrre prodotti finiti (pallet pressati) o componenti per la produzione di pallet (blocks); un impianto di trattamento fanghi mediante «hydro thermal carbonization», che produrrà un bio-carbone adatto per vari usi: come combustibile, materia prima equivalente per numerosi altri processi industriali, o fertilizzante.
Storia dell’impianto
L’impianto è stato costruito nel 1962 dalla Montecatini Edison, nell'area del Casone di Scarlino, per integrare le attività di estrazione dei minerali di pirite dalle Colline Metallifere. L’area era diventata uno dei simboli del grande inquinamento industriale del ‘900 con i temuti “fanghi rossi”, residui della produzione del biossido di titanio. Negli anni '90, la società EniAmbiente del gruppo Eni, proprietaria di parte dell'area industriale, ha convertito i vecchi forni di arrostimento della pirite in forni per incenerire rifiuti. Successivamente, l'impianto è stato utilizzato solo per la combustione di biomasse fino alla seconda metà degli anni 2000, quando è stato ceduto al gruppo Unieco. Quest'ultimo ha effettuato un importante rinnovamento impiantistico e avviato i lavori di bonifica del sito tramite la società controllata Sta. Così è nata Scarlino Energia, che occupava una superficie esclusiva di circa 15 ettari all'interno dello stabilimento. Nel 2010, Scarlino Energia ha ottenuto l'autorizzazione per l'incenerimento dei rifiuti, aggiornata e rinnovata nei successivi anni. L'ultima autorizzazione dell’impianto, del 2015, prevedeva la combustione di circa 156.000 tonnellate all'anno di css e autorizzava a trattare circa 180mila tonnellate all'anno di rifiuti liquidi, producendo energia elettrica immessa nella rete nazionale. Nello stesso anno l’impianto ha però fermato la sua attività. In seguito all’ingresso di Scarlino Energia all’interno del gruppo Iren, avvenuto a novembre 2020, Iren Ambiente ha ottenuto ad ottobre 2023 l'autorizzazione per realizzare il "Nuovo polo integrato di economia circolare di Scarlino".
I commenti
“È emozionante vedere questo cambiamento – ha detto il presidente Giani. - La Toscana ha scelto di procedere senza indugio sulla rotta dell’economia circolare. La nuova programmazione regionale segue una strategia chiara, che mira al recupero e al riciclo dei materiali tratti dalla raccolta differenziata, con residui sempre più marginali, e al trattamento sempre più mirato e con tecnologie sempre più innovative degli scarti differenziati. Oggi – ha aggiunto – vediamo cambiare anche Scarlino, un’area dalla forte vocazione produttive, che sarà di nuovo protagonista dell’economia Toscana, grazie al nuovo Polo, capace di recuperare importanti materiali a servizio dei vari distretti".
"Pochi giorni fa abbiamo visto in diretta l’inizio dell’abbattimento delle ciminiere dell’inceneritore di San Donnino a Firenze - sottolinea l’assessora Monni – vediamo i camini del termovalorizzatore di Scarlino rimossi. Sono simboli di un passaggio storico, di un cambio di mentalità, di una società che, per quanto possa essere più o meno refrattaria verso questo tema, abbraccia le regole di base della sostenibilità e si dota di strutture per il recupero degli scarti. L’assenza di queste ciminiere è la dimostrazione tangibile di una volontà politica forte: qui nascerà un luogo in cui materie scarti industriali saranno trattati e recuperati, una possibilità data dal progresso tecnologico che solo fino a qualche anno fa poteva sembrare utopia. Questo progetto è davvero esemplare, sia per il risultato, sia per il processo di reale ascolto del territorio, che ha portato all'abbandono dell'idea di un nuovo termovalorizzatore a favore di un polo tecnologico per il recupero della materia, un impianto importante e innovativo che, tra l'altro, conferma e dimostra la volontà della Regione di investire nel potenziamento industriale di una delle aree produttive più importanti della Toscana”.
"Il progetto del nuovo impianto di Iren - commenta l’assessore Marras - è un segno di speranza per il rilancio della zona industriale di Scarlino dopo le grandi difficoltà di questi mesi ed è una risposta concreta per il nostro territorio anche dal punto di vista occupazionale. Il Casone di Scarlino si arricchirà di una struttura tecnologica molto avanzata, al servizio della Maremma, ma anche di alcune tra le filiere industriali più importanti della Toscana, nel segno dell’economia circolare”.
“È fondamentale per il gruppo Iren condividere con i nostri stakeholder questo importante progetto, che prosegue senza sosta per riuscire a creare valore per i nostri territori, in un’ottica di economia circolare - dichiara l’amministratore delegato di Iren Ambiente, Eugenio Bertolini. - Grazie alla competenza, visione e serietà di Iren Ambiente, e di tutto il gruppo, Scarlino avrà un impianto nuovo, in totale discontinuità rispetto al passato, ‘integrato’, cioè unitario ma con interazioni tra i vari ambiti e ‘circolare’, per generare prodotti dai rifiuti. Un nuovo polo di riferimento che , a pieno regime, coinvolgerà circa 150 risorse: una nuova vita per questa struttura, per l’ambiente circostante, e per l’intera comunità”.