Esperto Unesco, investire sull’acqua fa bene al Pil di ogni Paese
Giorgi (WWAP): 884 milioni di persone non hanno ancora accesso all’acqua, in 2,6 miliardi non dispongono di servizi igienici
Investire nell’acqua fa bene al Pil, circa 35 volte di più dei Paesi che non lo fanno. A dirlo è Simone Grego del Wwap (World water assessment programme) dell'Unesco, che ha ricordato come siano quasi un miliardo, 884 milioni per la precisione, “le persone al mondo che non hanno accesso all’acqua potabile e 2,6 miliardi quelle senza servizi igienici e sanitari di base; e 3,5 milioni di persone muoiono ogni anno per scarsa qualità dell'acqua” e che “si perdono mezzo miliardo di giorni di scuola ogni anno per problemi legati all’acqua”. “Nel 2010 - continua l’esperto - l’Onu ha dichiarato l'accesso all’acqua un diritto umano universale; di acqua si parla nell’obiettivo 7 degli obiettivi del millennio: dimezzare entro il 2015 le persone che non hanno accesso all'acqua potabile”.
“La cosa - dice Grego - è riuscita, siamo passati dal 24% del 1990 all’11% del 2010, ma non in modo omogeneo. Per esempio nell’Africa sub-sahariana la percentuale è aumentata e “molti Paesi dell’Africa non raggiungeranno l’obiettivo”, così come “qualche altro paese in Medio Oriente. Inoltre, si deve tener conto dell’aumento della popolazione nel Pianeta e dei conflitti legati all’acqua che in Yemen, per esempio, sono già una lotta per la sopravvivenza”.
Tra le raccomandazioni fornite dall’Unesco nell'ultimo rapporto, l'aumento degli incentivi per l’acqua potabile, il ruolo delle istituzioni, l'accesso all’acqua come stimolo per la crescita dell'economia dal momento che “i Paesi che non hanno investito nell’acqua hanno visto crescere il Pil dello 0,1%, mentre che li ho fatto lo ha visto crescere di 35 volte di più, del 3,5%”.