Gestione pubblica dell'acqua in piccoli comuni, la Liguria punta alla Corte costituzionale
La giunta regionale ha dato incarico a due avvocati romani contro l’impugnazione del Governo. A darne notizia è il consigliere Ezio Chiesa di “Liguria Viva”
Tornare alla gestione comunale, e quindi pubblica, dell’acqua: è una sfida che alcuni Comuni del Levante ligure (soprattutto delle valli di Sturla e Aveto) avevano abbracciato, a fronte della possibilità offerta dalla legge regionale per i centri sotto i tremila abitanti, già parte di Comunità montane.
L’operazione, passata anche attraverso consultazioni popolari, era finita in stand by dopo che il Governo nazionale aveva impugnato alcuni articoli della legge regionale di riordino degli ambiti territoriali di gestione, tra cui, appunto, quello riguardante i piccoli Comuni montani e la loro gestione autonoma. Adesso, però, la giunta regionale ha dato incarico a due avvocati romani per resistere, non accettando, quindi, l’impugnazione del Governo.
A darne notizia - leggiamo su Il Secolo XIX - è il consigliere Ezio Chiesa di “Liguria Viva”, già promotore di quella parte del testo di legge. “In attesa che la Corte costituzionale si pronunci - dice Chiesa - è utile ricordare come la legge resti in vigore. Ai Comuni che hanno le caratteristiche per gestire il ciclo integrato delle acque, in base ai tempi stabiliti dalla stessa legge, restano, ormai, circa tre settimane di tempo per decidere se accettare questa sfida, voluta soprattutto dalla gente”.