M5s: la privatizzazione dell’acqua ha fallito, torniamo al pubblico
Il movimento ricorda che negli ultimi 15 anni in tutto il mondo 235 città sono tornate alla gestione pubblica dell'acqua
Le privatizzazioni nei servizi idrici hanno fallito, i gestori privati non investono e danno servizi cattivi e costosi. Negli ultimi 15 anni in tutto il mondo 235 città sono tornate alla gestione pubblica dell'acqua, tagliando costi e tariffe e ottenendo più fondi da investire. È questo il messaggio politico lanciato alla Camera a Roma dal Movimento 5 Stelle in un convegno sulla ripubblicizzazione dell'acqua, alla presenza di Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
“La gestione dell'acqua pubblica non è un'utopia, è una cosa che è stata fatta - ha detto la deputata pentastellata Federica Daga -. Le privatizzazioni hanno fallito, i gestori privati sono interessati solo a utili e dividendi e non fanno investimenti”. L'eurodeputato M5s Dario Tamburrano ha ricordato il milione e 650 mila firme di una iniziativa dei cittadini europei (Ice) per chiedere alla Commissione Ue che l'acqua non sia oggetto di mercato, nell'ambito della revisione della direttiva acqua.
Il ricercatore dell'Università di Greenwich Emanuele Lobina, coautore di un libro sulla ripubblicizzazione del settore idrico nel mondo, ha sottolineato come dal 2000 al 2015 siano 235 le città tornate all'acqua pubblica, fra le quali Parigi, Berlino, Atlanta, Buenos Aires, Joahannesburg, Giacarta. Fra i motivi di questo processo, per Lobina ci sono corruzione, inefficienza, bassa qualità del servizio, scarsi investimenti, tariffe troppo alte.
“I privati sono incapaci di soddisfare le necessità dello sviluppo sociale - ha detto Lobina -. Remunerati gli azionisti, per gli investimenti resta il 5 per cento del fatturato. Se si mette il profitto davanti a tutto, non si può mettere in cima anche lo sviluppo comunitario”.
La ricercatrice giapponese Satoko Kishimoto ha spiegato in un e-book che ha curato come la spinta verso la privatizzazione dell'acqua sia ancora forte, sostenuta dalle grandi istituzioni internazionali come Banca Mondiale e dalla Commissione europea, nonostante "sia dimostrato che non porta maggiore efficienza, ma aumento dei costi". Per Kishimoto la lotta per tornare all'acqua pubblica può avere successo se si salda con quelle per la ripubblicizzazione di altri servizi, come rifiuti, istruzione, energia.
Forum Acqua Pubblica - La Giornata Mondiale dell'Acqua che si è celebrata il 22 marzo è stata un'occasione “piegata agli interessi delle grandi lobby economico-finanziarie" per la "definitiva mercificazione del bene acqua". Lo afferma il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua che punta a "una reale tutela di questo bene e ad una sua gestione pubblica e partecipativa". A distanza di quasi sei anni dai referendum del 2011, ricorda il Forum, "l'esito è stato prima disconosciuto, poi disatteso e infine è stata messa in campo, da parte di tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del paese, compreso l'attuale, una strategia per rilanciare i processi di privatizzazione del servizio idrico e degli altri servizi pubblici locali, oltre a reinserire, tramite il nuovo metodo tariffario elaborato dell'Aeegsi (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico), la voce che garantisce il profitto ai gestori".