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È nata una community italiana delle acque che scommette sul digitale

where Milano when Gio, 07/03/2024 who roberto

Il gruppo Cap, Italgas, MM e Acquedotto Pugliese sono i fondatori della comunità dei gestori dei servizi idrici italiani. Puntando su investimenti in tecnologie digitali come intelligenza artificiale, digital twin e IoT

Investire in tecnologie digitalinascelacommunityitaliuanadelleacque.jpeg per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del servizio idrico. Questa è la sfida che il gruppo Acqua della Fondazione per la Sostenibilità Digitale intende affrontare con la creazione della Community Italiana delle Acque, la comunità che riunisce alcuni dei maggiori gestori del servizio idrico integrato del Paese. Costituita dal gruppo Cap, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, insieme a Italgas, MM e Acquedotto Pugliese, la community intende promuovere l’innovazione digitale tenendo conto delle diverse esigenze del territorio italiano.
 
Il position paper
Il primo passo è stato quello di realizzare il position paper Sustainable Water, un documento articolato che analizza le diverse tecnologie digitali per il settore delle acque e come queste, applicate a 14 casi d’uso analizzati nel paper, possano diventare decisive per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di Agenda 2030.
La situazione del servizio idrico in Italia è molto differente da regione a regione e da territorio a territorio: la dispersione lungo la rete idrica nazionale va dal 14% di Milano al 72% in alcune zone del Sud Italia, con una media che si attesta al 42%. In più del 50% dei Comuni Italiani le perdite idriche totali sono superiori al 35% dei volumi immessi in rete (dati Istat). Il motivo? Circa il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. In Lombardia, dove si è parlato spesso di richiedere lo stato di emergenza a causa della siccità, il livello di dispersione idrica si attesta in media al 23,4%.
 
Le parole di Russo ed Epifani
“Perdite idriche, depurazione, riduzione dei consumi energetici, sono solo alcuni dei temi su cui la digitalizzazione può giocare un ruolo chiave – ha detto Alessandro Russo, amministratore delegato del gruppo Cap. Servono investimenti in tecnologie digitali per consentire al servizio idrico integrato di fare un salto simile a quello già fatto dal settore elettrico, in cui automazione e misurazione in tempo reale dei consumi e monitoraggio della rete sono oggi possibili grazie alle tecnologie più avanzate. senza dimenticare, soprattutto oggi con l'avvento dell'intelligenza artificiale, che l’innovazione tecnologica è prima di tutto una rivoluzione sociale: per questo, occorrerà sostenerla con un processo di transizione digitale, per fornire ai professionisti del futuro le competenze necessarie a interpretare al meglio le sfide del settore”.
“Crediamo fortemente in un approccio sistemico che coinvolga tutti i gestori del servizio idrico integrato del Paese, non solo per la forte spinta all’innovazione tecnologica che questo produrrebbe, ma anche per come gli operatori potrebbero utilizzare la leva del digitale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità”, ha spiegato Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “L’auspicio è quindi instaurare un dialogo costruttivo e un processo collaborativo fra tutti i gestori del servizio idrico integrato italiano, che tenga conto delle diverse esigenze territoriali del nostro paese e che sia capace di evolversi e arricchirsi grazie al contributo di tutti i partecipanti”.
 
Il ruolo delle tecnologie digitali
Per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del settore occorre necessariamente per i gestori fare rete, perseguendo una sempre maggior razionalizzazione e ottimizzazione della gestione e delle risorse, attraverso l’acquisizione di maggior know how digitale e maggiori investimenti in tecnologia e innovazione. Le tecnologie digitali aiutano il mondo dell’acqua agendo su più livelli. Il primo livello sono le tecnologie che gestiscono il ciclo di vita degli acquedotti e degli impianti (sistemi gis, geographic information system, che Cap ha adottato da diversi anni) e, attraverso le tecnologie industrial internet of things (iiot), la banda larga e il cloud, il loro funzionamento. Il secondo riguarda le tecnologie in grado di ottimizzare i processi, ripensare i metodi di lavoro tradizionali attraverso le analisi predittive basate principalmente su Intelligenza artificiale, machine learning, edge computing, big data, e block chain. Il terzo livello è quello degli Ecosistemi digitali, in grado di rappresentare a livello digitale la realtà fisica degli asset e i loro comportamenti, consentendo l’interazione tra tecnologie e persone (digital twin, smart meter, banda larga, 5g, servizi cloud).
Numerosi sono i campi di applicazione del digitale: dall’individuazione e contenimento delle perdite idriche, un grave problema in Italia, alla rilevazione dei consumi anomali e delle frodi, alla previsione della domanda dei consumi, all’ottimizzazione delle pressioni e del consumo energetico lungo il ciclo di vita dell’acqua, alla determinazione dell’indice di rischio di rottura delle tubazioni, fino alla capacità di indirizzare in modo mirato gli investimenti di sviluppo e ammodernamento della rete. Questi sono solo alcuni esempi in cui il digitale è in grado di conseguire obiettivi di efficienza, efficacia e sostenibilità, in particolare quando si parla di garantire l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienici, alla salute delle persone, allo sfruttamento efficiente delle risorse e alla protezione degli ecosistemi.

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amab