Primi guai per Appendino: vuole ripianare i debiti con SMAT, ma i sindaci dicono no
Gli altri Comuni sono contrari alla richiesta di Torino, che chiede di rinviare l’assemblea dei soci. La sindaca vorrebbe un extra utile dell’azienda per chiudere il bilancio della Città
Prime grane anche sul fronte dei servizi per Chiara Appendino, il sindaco torinese Cinquestelle. L’assemblea dei soci di Smat, la società che gestisce il servizio idrico nel torinese, ha deciso di rinviare di quindici giorni il primo punto all’ordine del giorno, vale a dire la richiesta del Comune capoluogo di attingere, per esigenze di bilancio, al 100% delle riserve dell’azienda idrica. Una dilazione proposta dalla stessa Torino - rappresentata dall’assessore al Bilancio, Sergio Rolando - , una volta constatato che non c’erano i numeri per far passare la richiesta. Il sindaco Appendino - leggiamo su La Stampa - ha ora quindici giorni per convincere i suoi colleghi riottosi, che si annidano tanto tra i Comuni della cintura - i più grandi - quanto su per le vallate e che non conoscono colore politico: dal Pd al centrodestra passando per le liste civiche, in assemblea si è levato un coro di voci contrarie all’idea di svuotare Smat delle sue riserve, 15 milioni, 5 dei quali già vincolati all’acquisto di azioni tra cui quelle in pancia a Fct, la holding di Torino.
Appendino ha bisogno dell’extra utile di Smat per colmare un “buco” ereditato - come ha spiegato in Sala Rossa il suo vice Montanari - dalla vecchia amministrazione. Appendino non ha trovato altra strada che chiedere aiuto alla stessa Smat, invocando il ritocco della riserva fino al 100%, contro l’80% chiesto da Fassino. Operazione che ha causato mal di pancia tra i Cinquestelle e l’anatema dei comitati per l’acqua pubblica. “È un’operazione straordinaria che mai avremmo fatto se non fossimo costretti”. Ma la guerra tra città e cintura (interamente nelle mani PD e che già discuteva anche con Fassino) è solo all’inizio.