Relazione Autorità, tariffe acqua approvate per l’83% della popolazione, investimenti per 5,5 miliardi
Dalla relazione di Bortoni emerge che è stata avviata la razionalizzazione degli ambiti e l’assetto organizzativo del settore
Grazie a lievi aumenti delle tariffe dell’acqua sono stati attivati investimenti consistenti nelle infrastrutture idriche. Così si è espresso Guido Bortoni, il presidente dell’Autorità per l’energia, illustrando il capitolo dedicato al sistema idrico della sua relazione annuale.
Tariffe in aumento oltre il 4% - Bortoni rileva come siano state approvate le tariffe 2014-2015 per 1.736 gestioni che interessano circa 49 milioni di italiani, l’83% della popolazione del Paese. Considerando il dato complessivo delle tariffe approvate, la variazione media rispetto all’anno precedente è del +4,1% nel 2014 e del + 4,5% nel 2015. A fronte di questi aumenti sono stati attivati investimenti per circa 5,5 miliardi di euro per il periodo 2014-2017, che presuppongono interventi corrispondenti all’intera dotazione infrastrutturale preesistente al 2013. Inoltre, rispetto al dato consuntivato nel 2012, nel solo 2015 si registra un incremento del 55% degli stessi investimenti.
Eccellenze e criticità - I dati raccolti in relazione alla qualità contrattuale hanno evidenziato livelli delle prestazioni molto differenziati in ambito nazionale, evidenziando casi di eccellenza e di estrema difficoltà nel rispettare quanto previsto dalle carte dei servizi. Al riguardo, l’Autorità ha già pubblicato due consultazioni e si accinge, entro la fine dell’anno, a introdurre una regolazione uniforme sul territorio nazionale.
Problemi con gli ATO unici regionali - Quanto all’assetto organizzativo del settore – su cui il DL ‘Sblocca Italia’ prevede che l’Autorità relazioni alle Camere - tutte le Regioni hanno provveduto a delimitare gli ATO, evidenziando un trend positivo verso l’ambito unico regionale (10 regioni), anche se non è ancora stata raggiunta l’auspicata omogeneità a livello nazionale. In 5 regioni (Liguria, Lombardia, Veneto, Marche e Campania) si riscontra poi la presenza di ambiti di dimensione inferiore al territorio delle province o città metropolitane, suggerendo ulteriori approfondimenti in ordine alla conformità al quadro normativo. In relazione al completamento del processo di costituzione degli Enti di governo dell’Ambito, in 6 regioni (Lazio, Campania, Molise, Basilicata, Calabria e Sicilia) si riscontrano ancora elementi di potenziale criticità, pur essendo in corso, in alcuni contesti, iniziative volte al loro superamento. Per quanto riguarda i casi di mancato affidamento del Sistema Idrico Integrato al gestore d’ambito – la normativa ne obbliga il passaggio entro il 30 settembre 2015, pena l’attivazione di poteri sostitutivi – questi riguardano 15 ATO distribuiti in 8 regioni. Numerose sono infine, pur in un quadro di graduale razionalizzazione, le porzioni di territorio nazionale non ancora servite, per uno o più servizi, dal gestore affidatario, in ragione della presenza di gestori salvaguardati o di resilienti gestioni in economia.