Giornata mondiale dell’acqua, Enea: Italia promossa in qualità, il 70% da fonti sotterranee
Questo il bilancio tracciato dall'Enea presentato all'Accademia dei Lincei. Restano criticità legate alle condizioni delle reti di distribuzione e al rischio geochimico in alcune aree
Luci e ombre sull'acqua che arriva nelle case degli italiani: si tratta di una risorsa in prevalenza di ottima qualità perché proveniente prevalentemente da fonti sotterranee anche se restano criticità legate alle condizioni delle reti di distribuzione e al rischio geochimico. Questo il bilancio tracciato dall'Enea presentato all'Accademia dei Lincei nel corso di un convegno, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua.
Il 70% delle acque arriva da fonti sotterranee - Rispetto ad altri Paesi - dice l'Enea - “l'Italia vanta una situazione di assoluto privilegio per quel che riguarda la qualità dell'acqua del rubinetto: “circa il 70% dell'acqua potabile distribuita in rete proviene direttamente da sorgenti o falde sotterranee e solo il restante 30% è sottoposto a processi di depurazione”. Restano però da “sciogliere nodi come il gran numero di gestori, l'elevata dispersione della risorsa nelle reti e il rischio geochimico legato alla presenza di concentrazioni naturalmente elevate di elementi potenzialmente nocivi, quali arsenico e fluoro, in alcune zone d'Italia”.
Rischio geochimico nel Lazio - “Le rilevazioni e i monitoraggi su 157 siti in quasi tutte le province italiane - spiega l'esperto dell'Enea, Carlo Cremisini - confermano che sono rarissimi i casi di superamento dei limiti della concentrazione di elementi imposti dalle direttive europee”. Ma anche l'Italia ha comunque criticità di rischio geochimico: ''in alcune aree nel Lazio abbiamo riscontrato una concentrazione di arsenico e fluoro superiore ai limiti ammessi per l'acqua potabile nel 75% dei campioni''.
Studi effettuati nell'ultimo decennio dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms-Who) e dall'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (Epa) hanno comunque suggerito livelli di sicurezza per la salute umana compresi fra i 10 ed i 30 microgrammi per litro. Dal monitoraggio effettuato dall'Enea in 32 comuni del viterbese, la concentrazione dell'uranio è risultata essere al di sotto dei 10 microgrammi per litro in 28 campioni e nei restanti 4 i valori erano compresi tra 10 e 15 microgrammi per litro. “I valori di uranio -prosegue Cremisini- sono nella maggior parte dei casi ben al di sotto dei 10 microgrammi per litro anche nelle misurazioni effettuate nel resto d'Italia e riportate nello studio delle Università sopraccitate. È comunque opportuno continuare a raccogliere dati anche nell'ottica dell'introduzione possibile, seppur non probabile, di un limite specifico nella direttiva europea e per ulteriori valutazioni del rischio a garanzia della tutela della salute pubblica. È bene quindi non farsi trovare ´impreparati' come è avvenuto per l'arsenico”. Resta il fatto che, complessivamente, valutano gli esperti Enea, la qualità dell'acqua nazionale' è eccellente.
Il problema delle perdite di rete - Tuttavia, aggiungono, “altrettanto non si può affermare del suo sistema di gestione, che non riesce a contenere, tra l'altro, i cronici problemi di dispersione della risorsa idrica”. “La rete di distribuzione in Italia è estremamente frammentata con oltre 3 mila enti gestori di servizi idrici, dei quali circa l'80% sono gestori in economia, e sistemi con bacini d'utenza inferiori in molti casi ai 5 mila abitanti. Oggi -conclude Cremisini - questa situazione merita una riflessione sull'opportunità di un'adeguata ristrutturazione che renda più agevoli gli interventi strutturali d'emergenza”.