Rifiuti, aumentano gli speciali ma calano i pericolosi
L’Ispra fotografa una crescita complessiva del 2,4% nel 2010. I rifiuti speciali non pericolosi vengono soprattutto dal settore delle costruzioni e demolizioni (46,2%), quelli pericolosi dalla chimica
Calano i rifiuti speciali pericolosi, ma aumentano quelli non pericolosi. È quanto emerge dalla dodicesima edizione del “Rapporto rifiuti speciali” dell’Ispra, l’istituto per la protezione e la ricerca sull’ambiente, relativo al 2010.
In quell’anno la produzione di rifiuti speciali in generale è cresciuta del 2,4% a 137,9 milioni di tonnellate, come conseguenza della ripresa del mercato e dell’industria dopo la crisi del biennio 2008-2009.
L’aumento, sottolinea lo studio, è ascrivibile in toto alla produzione di rifiuti speciali non pericolosi che, rispetto al 2009, mostra un incremento del 3,1% (circa 3,9 milioni di tonnellate) tornando ai livelli del 2008. La produzione di rifiuti pericolosi presenta invece un calo percentuale del 6,3%, pari a quasi 655mila tonnellate.
I rifiuti speciali non pericolosi vengono soprattutto dal settore costruzioni e demolizioni (46,2%) e dalle attività manifatturiere (26,4%), mentre alle attività di trattamento dei rifiuti è attribuibile il 20,2% della produzione complessiva, con quasi 26 milioni di tonnellate.
Per quanto riguarda i rifiuti pericolosi, il rapporto evidenzia che il settore manifatturiero ha prodotto circa la metà del totale (47,8%), pari a 4,6 milioni di tonnellate: il 63,8% dei quali, 2,9 milioni di tonnellate, deriva dall’industria chimica. Il 24,4% è invece attribuibile al settore “servizi, commercio e trasporti”, che comprende un quantitativo di circa 1,7 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso.
In totale gestite 145 milioni di tonnellate. Cresce l’export – Sempre nel 2010, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono stati circa 145 milioni di tonnellate, di cui 133 milioni costituiti da rifiuti non pericolosi e i restanti 12 milioni da quelli pericolosi. La forma di gestione prevalente è rappresentata dal recupero di materia (57,5%), seguita dal trattamento chimico, fisico e biologico (17,2%), lo stoccaggio prima dell’avvio a operazioni di recupero e smaltimento (14,8%) e lo smaltimento in discarica (l’8,2%).
Risulta in crescita del 19% rispetto al 2009 la quantità totale di rifiuti speciali esportata – 3,8 milioni di tonnellate – soprattutto in Germania.
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