Rifiuti a Roma: aumenta la produzione, la città torna in affanno
A determinare il nuovo problema l'aumento nella produzione dei rifiuti, generato da una ripresa dei consumi, e la saturazione di alcuni stabilimenti che accolgono l'immondizia
Cassonetti strapieni e sacchetti in strada. Sono le immagini che in alcune zone di Roma tornano a fotografare una situazione di crisi nella raccolta rifiuti. Si tratta di difficoltà che ormai si registrano ciclicamente nella Capitale, alle prese da anni con la carenza di impianti disponibili. In questo caso a generarle ci sarebbe un mix di fattori concomitanti: l'aumento nella produzione dei rifiuti, generato da una ripresa dei consumi e dai flussi turistici; la saturazione di alcuni stabilimenti che accolgono l'immondizia di Roma e la catena dei giorni festivi iniziata con il 25 aprile e conclusa con il primo maggio.
Il Pd parte all'attacco del Campidoglio a Cinque Stelle. "Roma è di nuovo in emergenza rifiuti e i cittadini sono costretti a convivere con strade sporche e cassonetti strapieni", dicono le consigliere comunali dem Valeria Baglio e Ilaria Piccolo. Il Campidoglio, "nell'ambito dei rapporti di maggiore collaborazione maturati negli ultimi mesi", sta chiedendo, a quanto si apprende alla Regione Lazio, di "applicare una sentenza del Tar dello scorso 24 aprile che obbliga la Pisana a sbloccare il conferimento dei rifiuti in alcuni siti del Lazio, come era già stato ordinato a marzo 2016 dallo stesso Tar ben prima che la Raggi arrivasse in Comune. Una richiesta che si rende ancor più necessaria a causa dell'aumento dei rifiuti in tutta Italia determinato dall'aumento dei consumi e dei flussi turistici". Gli uffici regionali sono al lavoro sulla vicenda e spiegano che la sentenza "riguarda esclusivamente la richiesta di una singola società di gestione dei rifiuti di poter conferire lo scarto prodotto dai propri impianti in una discarica nel territorio del Lazio, perché gli invasi presenti nella provincia di Latina hanno terminato le volumetrie disponibili". La Fp Cgil punta il dito: "Non aver voluto affrontare seriamente il problema ineludibile dell'autosufficienza infrastrutturale di Ama ci ha fatto perdere due anni e oggi siamo nelle stesse condizioni di sempre. Le emergenze, sempre annunciate, sono frutto di una vera e propria mancanza di realismo. Noi lo diciamo da anni con grande dispiacere: il caos rifiuti nella Capitale è la norma", spiega il sindacalista Natale Di Cola.
Intanto, per tamponare l'impatto delle festività sull'operatività aziendale, Ama ha ordinato turni straordinari nei due impianti di trattamento meccanico biologico di proprietà sia domenica scorsa, sia martedì 1 maggio. Ma le criticità, a macchia di leopardo, sono emerse lo stesso. Forse anche per via della riduzione, a partire dal mese di aprile, dei carichi di rifiuti che partono in direzione Austria. Ma il vero nodo resta la carenza impiantistica e un ciclo che non si riesce a chiudere sul territorio.