Rifiuti a Roma - Fise Assoambiente: Ama sta investendo poco sugli impianti
Il presidente Testa ricorda come oggi quasi l'80% dei rifiuti prodotti a Roma venga trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito
Negli ultimi cinque anni Ama, azienda attiva nella gestione integrata dei servizi ambientali nella Capitale, "ha realizzato solo 6 dei 78 milioni di euro di investimenti programmati nel piano finanziario per gli impianti di gestione dei rifiuti a Roma".
Lo riferisce Fise Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), citando "dati impietosi" che emergono dalla Relazione annuale 2018 sullo stato dei servizi pubblici locali e sull'attività svolta a cura dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. "Dal 2016 l'empasse è totale - dice Assoambiente, chiedendo che l'Ama "torni a investire sugli impianti per fermare il 'turismo dei rifiuti'". "Oggi quasi l'80% dei rifiuti prodotti a Roma - dichiara Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente (nella foto) - viene trasportato fuori dalla Capitale per essere gestito.
Dopo dieci anni di mancati investimenti è fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. Senza questo passaggio gli obiettivi dell'economia circolare sono destinati a restare sulla carta, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini romani". Gran parte degli impianti attivi nella Capitale, ricorda Assoambiente, "è stata realizzata fra il 2002 e il 2008" e "la totale assenza di pianificazione di impianti, accompagnata dai recenti episodi di cronaca (tra questi, la chiusura dell'impianto di Tmb Salario) condanna un sistema vulnerabile e fragile, totalmente dipendente da impianti collocati fuori dal territorio comunale e dalla Regione".
La stessa Relazione, osserva Fise, evidenzia come "una raccolta differenziata scarsa in quantità e in qualità allontana nel tempo la prospettiva dell'economia circolare, così che un'impiantistica progettata per il modello ideale di economia circolare che non tenga adeguatamente conto dei tempi e delle difficoltà della transizione diventa la causa principale del fallimento dell'intero progetto".