Rifiuti: Tar, via libera all’autorizzazione integrata del 2014 per gli impianti di Malagrotta
Respinto un ricorso presentato nel 2014 dall'Associazione di Promozione Sociale Raggio Verde. Intanto il sindaco Gualtieri visita un termovalorizzatore a Parigi
È legittima la determinazione con la quale nel febbraio 2014 è stata pronunciata l'Autorizzazione Integrata Ambientale per gli impianti di trattamento meccanico biologico Malagrotta 1 e Malagrotta 2. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso presentato nel 2014 dall'Associazione di Promozione Sociale Raggio Verde e da 30 cittadini romani.
I motivi del ricorso
I ricorrenti lamentavano che il procedimento di AIA sarebbe stato stralciato dal procedimento presentato dalla società E. Giovi nel 2007 e relativo all'intero complesso impiantistico, comprendente gli impianti di discarica di rifiuti non pericolosi, di trattamento dei fanghi, di stoccaggio dei fanghi, di biometano, la centrale elettrica con motori alternativi, la centrale elettrica con turbine a gas, la centrale di distribuzione metano per autotrazione. E nel far ciò, tra l'altro, si sarebbero violati i termini perentori previsti dalla normativa, ci sarebbe stata un'istruttoria carente, e il provvedimento impugnato sarebbe stato emanato sulla base di un parere di compatibilità ambientale emesso nel 2000 in mancanza di una nuova procedura di VIA. Con riferimento al tema della violazione dei termini di conclusione del procedimento, il Tar ha ritenuto che gli stessi "vanno considerati come ordinatori e sollecitatori", per cui la scadenza del termine massimo previsto "non incide di per sé né sulla sussistenza del potere di provvedere né sulla legittimità del provvedimento conclusivo adottato a valle della Conferenza di servizi". Nessuna carenza istruttoria sarebbe poi esistente, con il Tar che, rispondendo alla censura d'illegittimità dell'AIA in quanto rilasciata sulla base di un parere di compatibilità emesso nel 2000 senza sottoposizione a nuova procedura di VIA, ha sostenuto che dagli atti emerge "che gli impianti erano già autorizzati e in esercizio sulla base di quanto valutato con la VIA, rilasciata prima dell'autorizzazione da parte del Commissario con ordine di operatività in situazione provvisoria ed emergenziale. Pertanto, la riapplicazione di una VIA ulteriore, rispetto a quella già rilasciata prima del rilascio dell'autorizzazione AIA del 2013, non era necessaria in ragione della dimostrata assenza di modifiche sostanziali degli impianti con effetti significativi sull'ambiente".
Gualtieri visita termovalorizzatore a porte di Parigi
Intanto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha visitato il Centro di trattamento di Isseane (Syctom) di Issy-Les-Molineaux, alle porte di Parigi. "Faremo presto - ha detto Gualtieri - perché è necessario mettersi alla pari con le altre capitali europee. Questa non è una biblioteca, non è un auditorium, è un termovalorizzatore da 550mila tonnellate, qui c'è la sede di Orange che vi si è stabilita dopo che il termovalorizzatore era qui, lì ci sono tutte le tv francesi, quella è la Tour Eiffel: siamo in un edificio di qualità ambientale e architettonica, dentro la città, che tratta i rifiuti e crea energia pulita, con un residuo minimo, rispettando l'ambiente e realizzando i principi dell'economia circolare". Per smaltire i rifiuti, ha sottolineato Gualtieri, "servono tanti impianti, serve più differenziata, serve la riduzione dei rifiuti, serve il riuso, il riciclo e anche il termovalorizzatore per fare energia pulita". "Studieremo bene questa tecnologia che è fra le più avanzate - ha concluso il sindaco di Roma - : rende l'edificio poco impattante ed elimina ogni residuo, ricicla e riusa tutto. Procederemo il più velocemente possibile per avere già nel 2025 la prima parte funzionante".