Scontro tra Zingaretti e Raggi sui rifiuti a Roma. Intanto passa a stento il piano Ama
Il governatore chiede un piano sugli impianti dei rifiuti subito, pena poteri sostitutivi. Per il sindaco, è un attacco elettorale
È scontro tra Campidoglio e Regione Lazio sulla gestione dei rifiuti. Nell'ultima ordinanza – leggiamo su Ansa - il governatore dem, nell'offrire uno spettro di soluzioni per scongiurare l'ennesima crisi innescata dalla chiusura di una discarica vicino Frosinone, ha ordinato al Comune di consegnare un piano per l'autosufficienza impiantistica entro 30 giorni, pena l'adozione di poteri sostitutivi.
La risposta del M5s non si è fatta attendere: "È un vero e proprio attacco elettorale. Le minacce di un presidente che, semplicemente, non si è dimostrato all'altezza della situazione non ci spaventano affatto. A Zingaretti noi non dobbiamo dimostrare assolutamente nulla". Nel frattempo, il piano per risanare la municipalizzata dei rifiuti Ama, dopo alcune sedute, è passato in Assemblea Capitolina con una maggioranza strettissima. "Le prime risposte arrivate da Roma Capitale sull'ordinanza per salvare la città dall'emergenza rifiuti sono veramente deludenti e irresponsabili. Non si ha minimamente idea dei rischi immensi a cui si espone la capitale - avverte Zingaretti - . Atteggiamenti polemici e ancora dilatori senza soluzioni sono davvero gravi. Come Regione ci siamo, stiamo lavorando e risolveremo noi anche questo problema". Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco di Roma, interviene per appoggiare la Regione: "Il comportamento del Campidoglio è gravissimo, la Regione lo commissari". Per il presidente della commissione capitolina Ambiente, il cinquestelle Daniele Diaco, "la verità è una sola: la gestione Zingaretti sui rifiuti è stata ed è un disastro su tutti i fronti. Lo dimostra l'arresto della dirigente della Regione Lazio Flaminia Tosini sulla questione Monte Carnevale, l'approvazione tardiva di un piano rifiuti più volte sollecitato da Roma Capitale e dal Tar che, per giunta, si sta dimostrando del tutto insufficiente e inadeguato al contesto attuale, la totale negligenza sulla creazione di infrastrutture e di impianti".
Piano di risanamento AMA
L'assemblea capitolina in seconda convocazione e con 20 voti favorevoli ha intanto approvato il piano di risanamento e il piano industriale di Ama, la municipalizzata dei rifiuti di Roma. Una delibera pesante, la cui discussione si protraeva da alcuni giorni e che ha impensierito anche il M5s, tanto che il capogruppo Giuliano Pacetti poco prima del voto ha avvertito: "Dall'esito si deciderà se l'azienda potrà avere un futuro pubblico o meno. Con la bocciatura della stessa si rischia concretamente la liquidazione dell'azienda". Non è passata, invece, l'immediata eseguibilità della delibera, per cui occorreva la maggioranza assoluta. "Nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, un ampliamento del parco mezzi e l'assunzione di nuovo personale: anche Ama resta saldamente pubblica", ha esultato su Facebook Pacetti, dopo il voto. Davide Bordoni, per la Lega, ha annunciato il voto contrario "per tutta la gestione di questi anni. Non c'è stata nessuna sinergia per migliorare questa azienda, che ha la tariffa più alta d'Italia e il servizio forse più scarso". Anche il capogruppo di FdI Andrea De Priamo ha annunciato il voto contrario, esprimendo molte critiche. Il Pd, invece, ha deciso di non partecipare al voto con le motivazioni spiegate dal capogruppo Giulio Pelonzi: "È una delibera che arriva dopo 5 anni di nulla, di disastri. Eravamo molto combattuti, alla fine non parteciperemo al voto per l'opacità della procedura, per fare in modo che il prossimo sindaco non si ritrovi con un'azienda con i libri in tribunale, per non mettere a rischio lavoratori e servizio. Speriamo che il prossimo sindaco possa correggerla".