Trimestrale Enel, l’utile netto cresce del 7,3% ma sale anche l’indebitamento
Il gruppo ha annunciato un Ebitda sostenuto dall'America Latina e dal comparto rinnovabili, a 4,023 miliardi; bene anche l’area iberica, in calo l’Italia
Enel ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto ordinario di 810 milioni, in crescita del 7,3% dai 755 milioni del primo trimestre del 2014. Cresce di oltre 2 miliardi, a 39,5 miliardi, anche l'indebitamento finanziario.
Sono alcuni dei dati diffusi dal gruppo elettrico, ai quali si accompagna un risultato netto del gruppo che si è fermato a 810 milioni (-6,7%) dagli 868 milioni dello stesso periodo del 2014. Un segno meno che viene spiegato con la maggior incidenza delle quote azionarie di terzi a seguito della cessione del 21,92% di Endesa e di tutte le attività nella Penisola Iberica.
I conti del primo trimestre sono stati illustrati alla comunità finanziaria in una conference call durante la quale l'attenzione degli analisti si è puntata sui processi di vendita annunciati dal gruppo, 5 miliardi nel biennio, per finanziare lo sviluppo e ridurre il debito.
Debiti alti, ma non sono un problema - L'indebitamento finanziario netto al 31 marzo ammontava a 39,514 miliardi contro i 37,383 miliardi registrati al 31 dicembre 2014, con un aumento ben superiore ai 2 miliardi di euro. Nella nota non si danno dettagli sul dato, ma del resto il nuovo management del gruppo elettrico non ha mai fatto mistero di considerare il debito un problema, viste le attuali condizioni di bassi tassi e alta liquidità.
Le idee di Starace sulle cessioni - L’ad Francesco Starace sta comunque cercando di ridurre questo peso; ha spiegato che spera di portare a casa 1 miliardo dalla vendita degli asset nel gas e delle rinnovabili in Portogallo e ha stimato in 750 milioni il valore di mercato di Slovenske. Il manager ha anche svelato le modalità di uscita dalla società slovena il cui controllo è al centro di uno scontro con il primo ministro slovacco Robert Fico, che incontrerà a giugno a Roma. Il manager ha confermato l'arrivo di "offerte vincolanti" e l'intenzione di cedere al governo slovacco una quota del proprio 66%, mentre Enel rimarrà azionista. La vendita “parziale è la soluzione migliore per tutti”. Probabilmente resterà azionista solo fino al completamento dell'impianto nucleare di Mochovce, oggetto di richieste molto determinate da parte di Fico.
Bene America Latina e Iberia - Per quanto riguarda i primi mesi del 2015, per la società i risultati sono in linea con il trend atteso per l’intero esercizio. Il gruppo ha annunciato un Ebitda sostenuto dall'America Latina e dal comparto rinnovabili, a 4,023 miliardi (+0,8%) dai 3,991 miliardi del trimestre 2014. L'ebitda in America Latina è salito a 736 milioni (+33,3% a 736 milioni) e quello della divisione energie rinnovabili ha segnato +11,4% a 536 milioni. Il margine lordo è invece calato in Italia (-8,2% a 1,551 miliardi) e nell'Europa dell'Est (-17,4% a 233 milioni), mentre è salito nella Penisola Iberica (+7,8% a 977 milioni di euro).