Le utilities non ci stanno: Acea e altri ricorrono al Tar contro l’Erp in tariffa idrica
Le società di pubblica utilità puntano il dito, in particolare, sul premio per il rischio di mercato atteso dagli investitori e fissato “a un livello inferiore a tutti gli altri settori regolati”
Acea e le principali utilities italiane hanno fatto ricorso al Tar della Lombardia contro la decisione dell'Autorità per l’Energia di rivedere al ribasso il tasso di remunerazione per gli investimenti nel settore idrico; è stato fissato al 5,34% contro il precedente 6,4%. Lo ha reso noto Radiocor, che lo ha appreso da fonti del settore. I rilievi degli operatori si concentrerebbero, in particolare, sul premio per il rischio di mercato atteso dagli investitori (l'Equity premium risk o Erp), che concorre a determinare l'asticella finale per il rimborso dei costi di investimento. Nel definire la tariffa dell'acqua, denunciano le utilities, “l'Authority ha fissato, solo per i servizi idrici, l'Erp a un livello inferiore a tutti gli altri settori regolati data la prevalenza di investitori pubblici in questo specifico settore, i quali possono avere - secondo l'Autorità - un'aspettativa di ritorno più bassa”.
Questo, a giudizio degli operatori, “viola un principio molto importante nella regolazione, che stabilisce che la stessa deve essere indipendente dagli assetti proprietari e che quindi il servizio va regolato nell'interesse esclusivo del consumatore finale a prescindere dalla natura, pubblica o privata, degli assetti proprietari”. La scelta dell'Authority, secondo i ricorrenti, rischia di frenare gli investimenti in un settore che necessita di circa 6-7 miliardi di investimenti l'anno: “Oggi - spiega un operatore - la remunerazione più alta è nello stoccaggio del gas. Non mi sembra un settore più strategico, in questa fase, delle fognature. Il rischio è che una qualsiasi utility che opera in diversi settori sia tentata di spostare gli investimenti laddove maggiore è la remunerazione del capitale investito”.