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Allarme gas refrigeranti, sono pericolosamente in crescita in Italia

where Roma when Mar, 24/09/2013 who redazione

Lo rileva il dossier di Legambiente secondo cui lo stock è di 100mila tonnellate con un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate

Sono circa 10.600 le tonnellate di gas refrigeranti immesse sul mercato in Italia nel 2012 parte di uno stock che ammonta a circa 100mila tonnellate, un quantitativo di gas con un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti, il 50% circa del totale delle emissioni di gas serra annuali a livello nazionale. Lo rileva il dossier di Legambiente dedicato a “I gas refrigeranti in Italia”, presentato nei giorni scorsi a Roma,  secondo il quale mentre la maggior parte dei settori industriali riduce il proprio contributo di gas serra, le emissioni dei gas refrigeranti seguono pericolosamente il trend opposto e sono in  costante aumento.       
In Italia l’incremento, per quanto riguarda gli Hcf, negli ultimi 10 anni, rispetto a una diminuzione generale delle emissioni di gas serra del 9%, è addirittura del 341%. Eppure del problema non si parla molto forse perché Cfc, Hcfc e Hfc, i gas refrigeranti che  assicurano il funzionamento di frigoriferi e condizionatori, sono  inodori, incolori, non tossici e quindi apparentemente innocui. Se  rilasciati in atmosfera, però, intaccano lo strato di ozono o  contribuiscono all’effetto serra con effetti che durano centinaia di  anni. Un pericoloso inquinamento invisibile.       
Altro tasto dolente, il controllo e la gestione di queste  sostanze e del loro recupero durante gli interventi di manutenzione e nel fine vita degli apparecchi e dei materiali che li contengono. Secondo il dossier Legambiente, l’Italia si colloca ancora agli ultimi posti nella graduatoria europea dei Paesi virtuosi nel recupero dei  refrigeranti, come dimostra il confronto fra 10 Paesi europei:  Inghilterra, Germania, Norvegia, Francia, Olanda, Repubblica Ceca,  Scozia, Italia, Portogallo, Irlanda. In Italia nel 2010 sono state  raccolte 265 tonnellate di Cfc, Hcfc e Hfc da rifiuto, 25 in più  rispetto al 2009 ma ancora poche rispetto agli altri Paesi Ue.
Mentre in Italia, infatti, si raccolgono in media 4  grammi per abitante, in Germania e Inghilterra se ne raccolgono 23  grammi per abitante. Un fatto grave anche perché, per ragioni climatiche, il nostro Paese è tra i maggiori utilizzatori di gas refrigeranti. L’Unione europea sta lavorando a un nuovo regolamento da approvare nel 2014. Il documento, già in discussione, riguarda la  messa al bando degli Hfc e la loro sostituzione con altre sostanze  come refrigeranti naturali, sui quali stanno già lavorando molte aziende italiane che hanno investito nei nuovi  refrigeranti naturali. Tuttavia, secondo Legambiente, per sviluppare questa economia è necessario che il nuovo regolamento europeo preveda  che alla progressiva diminuzione sul mercato dei gas Hfc si affianchi  la messa al bando di questi gas in tutti i settori maturi, per  lasciare spazio alle alternative meno impattanti. E poi rafforzare i  principio di chi inquina paga anche in questo settore, con un’ecotassa a carico di chi introduce nel mercato gas Hfc. Tasse che potrebbe  portare, secondo le stime di Legambiente, nelle casse dello Stato  italiano almeno 158 milioni di euro l’anno.  

 

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