L’ambiente e il clima. Gli ecologisti commentano il nuovo rapporto Ipcc
Il Wwf e Greenpeace: abbattere le emissioni, accelerare gli sforzi di adattamento e rafforzare la resilienza ai rischi climatici
“I leader mondiali devono ascoltare i campanelli d'allarme e mantenere le loro promesse sul clima”: questo l’appello del Wwf in occasione della pubblicazione del nuovo capitolo del Rapporto dell’Ipcc (il “panel” Onu sul cambiamento climatico). Secondo il Wwf il rapporto è “il più forte grido d’allarme mai lanciato dalla comunità scientifica sugli effetti catastrofici del cambiamento climatico sulle società umane e sul mondo naturale. Il rapporto Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability, mostra che il ritmo e la portata degli impatti climatici stanno rapidamente accelerando, portandosi dietro conseguenze devastanti e di gran lunga superando le azioni messe in campo per affrontarle”, dice l’associazione.
A parere di Stephen Cornelius, Wwf Global Lead sull'Ipcc, “siccità e caldo torrido, distruzione degli ecosistemi, tempeste sempre più forti e inondazioni massicce, estinzione di specie: questo non è l’elenco di scene di un film apocalittico, ma il contenuto di un autorevole rapporto scientifico che dettaglia gli impatti climatici che stanno già devastando il nostro pianeta e la sua gente. Il nostro pianeta come lo conosciamo è in pericolo ed è stato spinto verso, e talvolta oltre, i suoi limiti. In questo scenario le persone e gli ecosistemi più vulnerabili soffrono di più. I leader mondiali devono prestare attenzione agli avvertimenti lanciati da questo rapporto e mantenere le loro promesse sul clima con maggiori investimenti per costruire la resilienza, abbattendo nel contempo le emissioni per dare possibilità di successo all'adattamento".
Focus sul Mediterraneo
“Nel rapporto c’è un intero capitolo dedicato all’impatto nel Mediterraneo - sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia - e fa veramente impressione. Le conseguenze della crisi climatica potrebbero seriamente minare le basi del nostro modello di vita e della nostra economia, a partire dall’agricoltura e dal turismo, per coinvolgere tutti. A causa della particolare combinazione di forti rischi climatici multipli e alta vulnerabilità, la regione mediterranea è un hotspot per rischi climatici altamente connessi tra loro. Noi dovremmo essere alla testa dei Paesi più ambiziosi sull’azione climatica e lavorare intensamente per adattarci agli impatti inevitabili: non stiamo facendo né l’una né l’altra cosa, e questo deve cambiare subito”.
Il commento di Greenpeace
“È un’analisi dura, ma bisogna affrontare i fatti con onestà se vogliamo trovare soluzioni all’altezza della sfida che ci attende. Dobbiamo agire più rapidamente e con più coraggio, a tutti i livelli, e non lasciare indietro nessuno. I diritti e i bisogni delle comunità più vulnerabili devono essere posti al centro dell’azione climatica. È arrivato il momento di agire e restare uniti”, afferma Kaisa Kosonen di Greenpeace Nordic.
Aggiunge Alessandro Giannì di Greenpeace Italia: “Questo rapporto è un avvertimento serio, che si scontra con la finzione ecologica in voga in Italia. Le rinnovabili sono bloccate e si continua a puntare sul gas fossile, che oggi è la principale fonte di emissioni, o addirittura a ipotizzare di riaccendere le centrali a carbone”.