L’ambiente e l’Europa. Queste le due procedure d’infrazione contro l’Italia per caccia e pesca
Raffica di 40 procedimenti aperti contro tutti i Paesi europei dalla Commissione Ue di Bruxelles. L’Italia nel mirino per le munizioni al piombo e per la protezione delle specie marine
Per aiutare i cittadini e le imprese a sfruttare appieno i vantaggi offerti dall'Unione europea, la Commissione intrattiene un dialogo costante con gli Stati membri al fine di garantire il rispetto del diritto dell'Ue e di avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri in caso di inosservanza delle sue norme. Le decisioni dei primi di febbraio nell'ambito di tale pacchetto infrazioni comprendono quaranta casi di apertura di procedure d’infrazione fra 24 lettere di costituzione in mora e 16 pareri motivati. Due, relative alle munizioni da caccia e alle specie marine minacciate dai pescherecci, riguardano l’Italia. Infine, la Commissione di Bruxelles ha deciso di chiudere 46 casi in cui gli Stati membri interessati, in collaborazione con la Commissione, avevano posto fine a un'infrazione e garantito il rispetto del diritto dell'Ue.
Specie marine minacciate dai pescherecci
La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia per non aver attuato le misure richieste dalla direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE) per monitorare e prevenire le catture accessorie di cetacei, tartarughe e uccelli marini da parte dei pescherecci. Il Green Deal europeo e la strategia sulla biodiversità per il 2030 indicano che è fondamentale per l’Ue arrestare la perdita di biodiversità proteggendola e ripristinandola. L’Italia non ha istituito un sistema per monitorare la cattura accidentale e l’uccisione di specie protette, come il delfino tursiope e la tartaruga caretta caretta, entrambe rigorosamente protette dalla direttiva Habitat. Inoltre, l’Italia non ha condotto ulteriori ricerche e adottato misure di conservazione per garantire che le catture e le uccisioni accidentali non abbiano un impatto negativo significativo sulla popolazione delle specie protette.
E ancora, l’Italia non ha adottato misure adeguate per evitare il disturbo significativo di diverse specie marine e di uccelli marini come la berta maggiore, la berta maggiore Yelkouan, l’uccello delle tempeste e il marangone dal ciuffo nei siti Natura 2000 designati per la loro conservazione. Infine, l’Italia non è riuscita a monitorare lo stato di conservazione di diverse specie protette. La Commissione sta pertanto inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia, che ora ha due mesi per rispondere e colmare le carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.
Le munizioni al piombo nelle zone umide
La Commissione Europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia per non aver rispettato la direttiva Uccelli (direttiva 2009/147/CE) e il Regolamento Reach (Regolamento 1907/2006 /CE come modificato dal Regolamento 2021/57/Ue) a causa delle modifiche introdotte nella disciplina venatoria italiana. La direttiva Uccelli mira a proteggere tutte le specie di uccelli selvatici presenti in natura nell’Ue e i loro habitat. Il regolamento Reach, come modificato dal regolamento 2021/57/Ue, limita l’uso di pallini contenenti piombo all’interno o in prossimità delle zone umide per proteggere gli uccelli acquatici, l’ambiente e la salute umana. La Commissione ha riscontrato che diversi atti legislativi italiani non sono conformi alla legislazione dell'Ue. In violazione della direttiva Uccelli, la legislazione italiana attribuisce alle Regioni il potere di autorizzare l'uccisione o la cattura di specie di fauna selvatica, anche in aree in cui è vietata la caccia, come le aree protette, e durante il periodo dell'anno in cui la caccia è vietata. Inoltre, la legislazione italiana non è conforme a quanto previsto dal Regolamento Reach e successive modifiche sull'uso del piombo negli spari. La Commissione sta pertanto inviando una lettera di costituzione in mora all'Italia, che ora ha due mesi per rispondere e colmare le carenze sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.
Gli altri Paesi nel mirino dell’Europa
La Commissione Ue invita Polonia e Portogallo a recepire correttamente la direttiva quadro sui rifiuti, l'Estonia a migliorare le norme sulle acque reflue industriali, l’Irlanda a conformarsi alla direttiva sulle acque reflue urbane, la Polonia a recepire integralmente la legislazione dell'Ue sulle emissioni industriali, l’Olanda e la Slovacchia a garantire un ampio accesso alla giustizia in materia ambientale. Con una lettera di costituzione in mora aggiuntiva Articolo 260 TFUe, la Commissione Ue invita la Francia a conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea sulla qualità dell'aria. Fra le opinioni motivate, la Commissione di Bruxelles invita la Romania a chiudere e riabilitare le discariche illegali; Danimarca, Grecia, Croazia e Malta a proteggere le rispettive acque marine; l'Austria a recepire integralmente la legislazione dell'Ue sulle emissioni industriali; la Svezia a proteggere la focena dalle catture accessorie.
Sei Paesi deferiti alla Corte di Giustizia
La Commissione Ue ha deciso di deferire alla Corte di giustizia dell'Unione europea la Spagna per mancata applicazione dei requisiti di gestione dei rifiuti; il Portogallo per mancata osservanza della precedente sentenza sulla conservazione dei siti Natura 2000; Bulgaria, Irlanda, Spagna, Malta, Portogallo e Slovacchia per non aver portato a termine la revisione dei loro piani idrici.
Il documento della Commissione Ue: https://ec.europa.eu/commission/pres...