Animalìe. Una soluzione per i mufloni del Giglio: trasferirli invece di abbatterli. Il testo dell’intesa
Gli animali, non originari dell’isola toscana, furono introdotti 70 anni fa; creano danni all’ecosistema e ora c’è un progetto per ridurne il numero
Si avvicina una soluzione per una quarantina di mufloni importati che danneggiano l’ecosistema dell’isola del Giglio: invece dell’abbattimento potrebbero essere trasferiti altrove. Il Parco nazionale del’Arciplago Toscano ha firmato un’intesa con il Wwf e la Lav, Lega Antivivisezionista.
L’ambiente dell’isola
L’ecosistema dell’isola del Giglio, secondo il progetto ambientale https://www.lifegogiglio.eu, è minacciato da diverse specie non autoctone. Quattro, in particolare, sono le specie aliene e importate più minacciose per l’ecosistema della splendida isola dell’Arcipelago Toscano: una pianta ornamentale grassa d’origine africana (il carpobrotus o dita di strega), i mufloni, il coniglio selvatico e le aggressive tartarughe americane.
Per questo motivo il progetto di riequilibrio dell’ecosistema intende ridurre il numero di queste specie d’importazione, che starebbero mettendo in grave pericolo le specie di origine locale. In particolare, i cacciatori grossetani sembrano interessati dal piano di abbattimento di circa 40 mufloni.
I mufloni e gli altri animali
I mufloni sardi, grandi ovini simili ad arieti, erano stati introdotti sull’isola tra gli anni negli anni ’60 e ’70 per dare prede ai cacciatori. Ora questi grandi animali si sono riprodotti e danneggiano “l’habitat del bosco di lecci, riducendo la ricrescita del leccio e di altre specie arbustive in modo considerevole, limitando drasticamente la crescita di alberi e arbusti”, afferma il progetto. Un cenno agli altri invasori dell’ecosistema: il voracissimo coniglio selvatico Oryctolagus cunicolo è nella lista delle 100 specie aliene più dannose al mondo, che spazza velocemente le specie prative ed erbivore; la tartaruga trachemys scripta, bella tartarughina donata spesso in premio ai giochi delle fiere, in libertà divora girini, larve e anfibi.
L’accordo per salvare gli animali
Ecco il testo dell’intesa:
Premesso che
in passato sono state effettuate introduzioni di specie non autoctone anche in ambienti naturali e che il tema delle specie non autoctone è oggi cruciale anche per l’incidenza che queste hanno sugli equilibri ecosistemici, sulla biodiversità e sulle azioni di contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici;
il Regolamento europeo 1143/2014 e il conseguente Decreto Legislativo 230 del 2017 perseguono l’obiettivo di ricreare ambienti naturali ricchi di biodiversità originaria anche attraverso l’eradicazione di specie animali e vegetali considerate “aliene invasive” prevedendo, nel caso delle specie animali, l’opportunità di prendere in considerazione metodi non letali;
con la Legge 189/2004, il Codice penale punisce l’uccisione di animali “senza necessità” come quella operata quando ci sono alternative di vita per gli animali;
la presenza di animali non autoctoni considerati “alieni invasivi” è sempre stata causata da attività umane come quelle del commercio, della caccia, dell’allevamento;
il progetto Let’s Go Giglio, finanziato dall’Unione Europea, nell’ambito del programma LIFE Ambiente sottoprogramma “Natura e Biodiversità”, prevede azioni per la conservazione e il miglioramento della biodiversità dell’isola del Giglio e a favore del Discoglosso sardo, specie classificata come vulnerabile dalla lista rossa italiana dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura;
Considerato che
le azioni di abbattimento programmate nei confronti dei mufloni (che si stima interessare ancora un numero compreso tra i 40 e gli 80) hanno suscitato reazioni negative da parte del mondo animalista considerando che comunque 16 mufloni negli scorsi mesi erano già stati catturati e trasferiti in strutture recintate fuori dall’isola;
Rilevato che
il Decreto 19 gennaio 2015 del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare considera il muflone “specie non autoctona” all’isola del Giglio;
la presenza del muflone sull’isola viene considerata dal Parco come incompatibile con il successo delle azioni di conservazione e rinaturalizzazione;
non è perseguibile con il progetto Let’s Go Giglio mantenere la presenza di mufloni sull’isola in aree recintate, essendo stata la fuga da recinti la prima causa della diffusione della specie al Giglio ma il confinamento in aree delimitate ed esterne all’isola è compatibile con le finalità del Regolamento europeo 1143/2014;
la specie muflone è considerata cacciabile al di fuori della Sardegna ai sensi della Legge 157/92;
Il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano si impegna a:
Sospendere le operazioni di abbattimento dei mufloni previste dal progetto Let’s Go Giglio
Intensificare le operazioni di cattura e trasporto presso altre località con modalità che tengano conto del benessere animale come previsto dal Protocollo operativo sottoscritto con ISPRA
Costituire un Gruppo di lavoro formato da esperti e tecnici designati dallo stesso e da rappresentanti delle associazioni firmatarie del presente accordo, finalizzato a: i) accogliere le offerte di disponibilità e a stabilire entro il termine di 30 giorni dalla sua istituzione le migliori destinazioni per gli animali che garantiscano il loro benessere; ii) assicurare per quanto possibile il confinamento preventivo dei mufloni in area adatta ai bisogni degli animali e sicura per il periodo necessario alla realizzazione delle attività sopradescritte;
Allocare le risorse economiche necessarie alla realizzazione delle attività descritte.
Disporre e realizzare controlli in collaborazione con i Carabinieri Forestali per contrastare l’ingresso di specie selvatiche non autoctone sull’isola del Giglio.
Le associazioni firmatarie si impegnano a:
1) designare un proprio rappresentante ciascuna nel Gruppo di lavoro citato;
2) collaborare alle operazioni di cattura, trasporto e sterilizzazione dei mufloni.
Le parti s’impegnano inoltre a sviluppare per i territori del Parco nazionale, azioni d’informazione e sensibilizzazione sul tema delle specie non autoctone in relazione all’incidenza che queste hanno sulla tutela della biodiversità con particolare riguardo alle aree protette e per la tutela degli animali stessi.
Il presente Accordo è aperto alla firma di altre associazioni disponibili.
Giampiero Sammuri, Presidente PNAT
Gianluca Felicetti, Presidente LAV
Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia
Roma, 30 novembre 2021