Animalìe. Mufloni del Giglio, evitati gli abbattimenti e avviato il trasferimento
La comunità di ungulati era stata importata nell’isola per dare prede ai cacciatori. Lav e Wwf avviano l’accoglienza degli animali catturati dal parco
Stanno procedendo le operazionidi eradicazione dei mufloni residenti all’Isola del Giglio, nel Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. I primi animali, catturati e trasportati dall’Ente Parco, hanno trovato accoglienza presso il Centro di Recupero Fauna di Semproniano e i rifugi individuati da Lav e Wwf, dove saranno loro garantite cure e protezione fino a fine vita naturale, e presso altre aree messe a disposizione dai Carabinieri Forestali.
L’ecosistema dell’isola del Giglio, secondo il progetto ambientale https://www.lifegogiglio.eu, è minacciato da diverse specie non autoctone. Quattro, in particolare, sono le specie aliene e importate più minacciose per l’ecosistema della splendida isola dell’Arcipelago Toscano: una pianta ornamentale grassa d’origine africana (il carpobrotus o dita di strega), i mufloni, il coniglio selvatico e le aggressive tartarughe americane. Il progetto Life “LetsGo Giglio”, finanziato dall’Unione Europea, prevede che la popolazione di mufloni che vive da decenni all’isola del Giglio, introdotta per fini venatori ed estranea all’ambiente naturale protetto, venga rimossa per tutelare la biodiversità autoctona. Non è l’unica specie estranea all’isola; verranno allontanate dall’habitat altre specie aliene.
Dal momento che l’eradicazione di una popolazione considerata aliena invasiva – come nel caso del muflone nella penisola – prevede anche l’abbattimento diretto, è sorto un forte movimento di protesta da parte di cittadini e associazioni, al punto che la dirigenza del Parco ha deciso di convocare un tavolo di confronto con Lav e Wwf allo scopo di individuare possibili alternative all’uccisione degli animali. È stato così trovato un accordo per sospendere gli abbattimenti, provvedendo ad intensificare gli interventi di cattura e il trasferimento dei mufloni presso i rifugi individuati o messi a disposizione dalle due associazioni.
“Certamente il tema del controllo delle specie individuate come aliene comporta visioni e sensibilità diverse. In questo caso, grazie anche alla disponibilità del Parco e alle norme che prevedono l’opportunità di prendere in considerazione metodi non letali nel caso di eradicazioni per fini di conservazione – dichiarano Lav e Wwf – abbiamo accettato di farci carico del mantenimento degli animali catturati e traslocati a cura del parco presso nostre strutture selezionate o messe a disposizione da altre associazioni e dai Carabinieri Forestali per garantirne la sopravvivenza nelle migliori condizioni possibili. Riteniamo quanto deciso una buona pratica, che dimostra come è possibile trovare dei punti di mediazione pur partendo da impostazioni diverse”.