Bruxelles mette nel mirino la gestione degli incentivi all’industria pesante tedesca
L'iniziativa dell'Unione ha messo in allarme sia gli ambienti industriali che temono la riduzione dei sussidi, che si tradurrebbe in un aumento dei costi, sia gli ambienti ambientalisti
Lo scorso dicembre la Commissione europea ha reso noto di voler avviare un'indagine sulla gestione degli incentivi e degli aiuti concessi dalla Germania alla propria industria pesante. L'iniziativa dell'Unione ha messo in allarme sia gli ambienti industriali che temono il conseguente aumento dei costi, sia gli ambientalisti, che vedono minacciato il percorso del Paese verso un maggior uso delle rinnovabili.
La legge tedesca EEG (energie rinnovabili tedesche) garantisce forti facilitazioni alle aziende che scelgono l'energia verde per l'alimentazione dei loro impianti, ma la Commissione ritiene che debba essere rimodulato l'onere che grava su tutti i contribuenti le cui tasse finanziano l'eco-conversione dell'industria.
La Germania, a livello governativo, ha riconosciuto che ci deve essere una riforma, ma ha ribadito che essa deve comunque mettere l'industria europea al riparo da aggravi di costi determinati da una riduzione degli incentivi, per non mettere a rischio la competitività del manifatturiero europeo, che si trova a dover fronteggiare l'aggressività di un'industria statunitense avvantaggiata da un dollaro debole e da costi energetici sempre più bassi grazie alla rivoluzione dello shale gas.