Il cielo sopra Pechino - Riscaldamento spento fino a novembre a causa dello smog
Nella capitale cinese, dove si usano il carbone e il gasolio, è stato varato nei giorni scorsi un programma di emergenza contro l’inquinamento dell’aria e che prevede anche la chiusura delle scuole. Verranno inoltre inviati ispettori nel Nord del Paese per misurare i livelli delle sostanze presenti nell’aria
A Pechino i riscaldamenti centralizzati verranno accesi solo all’inizio di novembre. È questa la misura estrema assunta dalla municipalità di Pechino per limitare le emissioni degli impianti domestici della capitale che sono prevalentemente a carbone e gasolio. Nel frattempo, in città è stato varato nei giorni scorsi il programma di emergenza contro l’inquinamento dell’aria. Nei giorni di allerta rossa, ha annunciato Fang Li, vice capo dell’ufficio municipale per l’ambiente, verranno anche sospese le lezioni nelle scuole, saranno chiuse alcune fabbriche e verrà autorizzata la circolazione delle auto solo a targhe alterne.
Fang ha assicurato che il suo ufficio farà del suo meglio per poter annunciare l’allerta inquinamento con 24 ore di anticipo. Un livello di oltre 300 sull’indice di qualità dell’aria (AQI) verrà definito “inquinamento grave”, mentre un livello fra 201 e 300 sarà ritenuto "inquinamento pesante". Si calcola che nei giorni di allerta il numero di utenti dei mezzi pubblici aumenterà di due milioni di persone.
Il ministero dell’Ambiente cinese intanto invierà i suoi ispettori in tutte le località del nord della Cina afflitte dallo smog, per verificare che le regole sull’ambiente vengano rispettate.
La qualità dell’aria è infatti fortemente peggiorata nel corso dell’anno in tutto il nord del Paese. Una situazione particolarmente grave si è verificata la scorsa settimana ad Harbin, una città di 11 milioni di abitanti, dove le scuole e gli aeroporti sono stati chiusi per lo smog. Il problema è stato attribuito, almeno in parte, all’accensione dei riscaldamenti per l’inverno, che sono a carbone ad Harbin e in altre città cinesi. Il ministero ha aggiunto che le ispezioni continueranno fino a marzo.