Aria inquinata/2 – Ma il rapporto dell’agenzia europea fornisce dati meno allarmanti
Negli ultimi 10 anni si è assistito ad una costante diminuzione delle emissioni che ha portato il monossido di carbonio e il piombo a livelli definiti “accettabili”. Ma l’allarme resta per particolato e biossidi di azoto
Più del 96% dei cittadini europei respira aria inquinata. A rilevarlo è il rapporto pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (lo trovi qui), che indica i limiti di legge e il ritardo sul raggiungimento degli obbiettivi, come le cause principali di un inquinamento che ogni anno costa 430 mila vittime e miliardi di euro in spese sanitarie.
Meno allarmistico il rapporto recentemente rilasciato dall’Agenzia europea per l’Ambiente, dove si afferma che negli ultimi 10 anni si è assistito ad una costante diminuzione delle emissioni che ha portato il monossido di carbonio e il piombo a livelli definiti “accettabili”. Tuttavia, si legge in un documento pubblicato dall’Agenzia, il trasporto su strada, l’industria, le centrali elettriche e l’agricoltura continuano ad emettere quantità significative di sostanze inquinanti che provocano piogge acide, riduzione della biodiversità e danni ad edifici, strutture e a quanto esposto ai fenomeni atmosferici.
Il Commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik ha recentemente affermato che era pronto a denunciare alla Corte di giustizia europea l’inadempienza dei Paesi Ue riguardo il mancato raggiungimento degli obbiettivi di riduzione delle emissioni. “La qualità dell’aria, aveva detto il Commissario europeo, è una costante preoccupazione per i cittadini dell’Unione che capiscono quale sia l’impatto sulla salute e chiedono ai loro Paesi serie politiche di intervento per migliorare la qualità dell’aria”.
Le differenze tra il rapporto dell’Onu e quello dell’Agenzia europea sono particolarmente divergenti laddove è presa in esame la presenza del particolato, l’inquinante formato dalla commistione di minuscole particelle di polvere miste a sporco e fuliggine emessi dalle fabbriche e dalle auto con il biossido di azoto che deriva da una reazione di alcuni inquinanti esposti alla luce del sole. Secondo l’organizzazione delle nazioni Unite tra l’85 ed il 98% della popolazione europea è esposta a queste emissioni, secondo l’Agenzia europea invece ad essere a rischio è solo il 14-31% .
In Europa diversi Paesi, tra cui la Gran Bretagna, si sono opposti a che venissero ridotti gli standard massimi di emissioni e nei giorni scorsi a Bruxelles è stata bloccata la riduzione delle emissioni delle auto, fortemente osteggiata dalle grandi case automobilistiche tedesche. I Paesi più esposti al particolato sono i Paesi dell’Est, come la Bulgaria, la Polonia e la Slovacchia dove come fonti energetiche si fa ancora largo uso del carbone e delle legna.