Smog - Le risposte: procedure di infrazione in arrivo per Italia e altri 16 Paesi
Nel 2010 stimate 400mila morti premature. Nel mirino polveri sottili (Pm), anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV), metano (CH4) e ammoniaca (NH3). Nuove regole per gli impianti di combustione di medie dimensioni fra 1 e 50 megawatt, con un costo dei 300 milioni di euro, contro un impatto sanitario fra i 330 e i 940 milioni di euro
Si stima che lo smog in Europa abbia provocato 400mila morti premature solo nel 2010. Per questo motivo la Commissione europea ha presentato un pacchetto di nuove misure per tagliare le emissioni killer provenienti dai settori di industria, trasporti, energia e agricoltura, ma anche dagli impianti di riscaldamento domestico, riducendo il loro impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. A questo piano d’attacco vanno aggiunte poi nuove procedure d’infrazione in arrivo da Bruxelles nei confronti di 17 Paesi, fra cui l’Italia, ancora fuorilegge rispetto ai limiti delle concentrazioni degli inquinanti, come le polveri sottili (Pm10).
Secondo il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potocnik, l’inquinamento dell’aria è un killer invisibile che impedisce a molte persone di avere una vita pienamente attiva.
Le nuove regole intendono dimezzare il numero di morti premature legate alle emissioni nocive, con un beneficio per la salute di circa 40 miliardi di euro l’anno, oltre 12 volte il costo del taglio dell’inquinamento, stimato in 3,4 miliardi di euro l’anno nel 2030.
Il pacchetto non modifica i limiti attuali delle concentrazioni di inquinanti, bensì rende più severi i tetti nazionali delle emissioni, con obiettivi per sei inquinanti chiave per il 2020, il 2025 e il 2030. Nel mirino polveri sottili (Pm), anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV), metano (CH4) e ammoniaca (NH3) di provenienza agricola.
Il pacchetto prevede inoltre una direttiva per gli impianti di combustione di medie dimensioni fra 1 e 50 MW, che riguarda soprattutto le centrali termiche di grandi complessi abitativi, case popolari, industria.
Secondo la commissione Ue, l’adeguamento di questi impianti richiederà un investimento nell’ordine dei 300 milioni di euro, un decimo di quanto costa in termini sanitari e di altri costi: il solo impatto sanitario è stimato fra i 330 e i 940 milioni di euro.