Clima. Galletti: carbon tax contro il climate change
Il ministro non crede in un accordo vincolante con sanzioni. Gli scienziati italiani lanciano il loro messaggio in vista della Cop21. La Marcia per il Clima
“Se per vincolante si intende un accordo con un sistema di sanzioni sulla scia di quanto accade in Europa, non credo che ci sarà. Ma noi lo chiederemo; chiederemo che a Parigi ci sia qualcosa di simile a quello che c'è in Europa”. Lo afferma il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, in un convegno organizzato da Nens nella sede dell'Enea, parlando dell'accordo che si dovrebbe trovare alla Conferenza mondiale sul clima dell'Onu in programma a Parigi dal 30 novembre. Secondo il ministro, infatti, “l'Europa si presenta a Parigi con un accordo vincolante: meno 40% di CO2 al 2030, il 27% di rinnovabili, il 27% di efficienza energetica”. Poi dice che da uno studio su cui sta lavorando il ministero, e che ancora deve essere portato a termine, “il nostro target di riduzione sarà intorno al 31%-34%; questo per il buon lavoro che abbiamo fatto negli anni addietro”.
Tra gli altri punti del pacchetto il meno 50% di emissioni al 2050 e la neutralità al 2100. Per Galletti, però, “ il sistema di governance è quasi più importante rispetto agli obiettivi che ci diamo: il percorso e il monitoraggio degli impegni e dei risultati”.
L’evento cui ha partecipato il ministro è stato un incontro senza precedenti: società e associazioni scientifiche di diverse discipline hanno messo insieme le loro forze per dar vita a un confronto sulle scienze del clima. E con una sola voce da “Rome 2015 - Science symposium on climate” lanciano il loro messaggio ai decisori politici, alla società, al mondo delle imprese, alle istituzioni sulle azioni da intraprendere in tema di cambiamenti climatici. È stata presentata una dichiarazione sottoscritta da diverse società e associazioni scientifiche che mettono insieme le loro forze, le loro conoscenze e le loro competenze, per offrire uno sguardo multidisciplinare sui cambiamenti climatici, sulle conoscenze acquisite e sulle azioni da intraprendere.
Oltre duecento sono le presentazioni scientifiche incluse nel programma che per due giorni ha visto le scienze del clima protagoniste assolute di un evento cui è stato conferito il supporto ufficiale della Cop21 con oltre quattrocento scienziati, esponenti della comunità scientifica italiana, europea e internazionale.
Trovare un accordo su efficaci ed equi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, sui meccanismi per la misurazione e la verifica dei progressi verso obiettivi definiti, sulle risorse finanziarie per sostenere la transizione dei Paesi in Via di Sviluppo verso un'economia zero carbon: questo il cuore dell'appello degli scienziati italiani consegnato al ministro Galletti.
Alla vigilia della Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, che si aprirà a Parigi il 30 novembre, le società e le associazioni scientifiche si sono così rivolte a politici (che dovrebbero assumere la guida delle iniziative sul clima), istituzioni (perché sostengano la ricerca), imprenditori (ridurre le fonti fossili, potenziare le rinnovabili, integrare i rischi dei cambiamenti climatici con le strategie d' investimento), e cittadini (maggiore consapevolezza) affinché‚ “prendano decisioni importanti”.
“Ben 14 società scientifiche si sono riunite superando i tradizionali confini tra diverse discipline per individuare soluzioni condivise per rispondere ai cambiamenti climatici - osserva Donatella Spano, coordinatrice dell'iniziativa e presidente della Società italiana per le scienze del clima - : c'è l'assoluta necessità di collaborare tutti assieme contro i cambiamenti climatici e alle politiche di adattamento e mitigazione”.
Nel documento, gli scienziati scrivono che “le scelte adottate oggi e nel prossimo futuro risulteranno decisive” non solo per economie e società e per l'ambiente, ma anche “per coglierne l'opportunità per rinnovare i sistemi economici e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali”.
In sessioni parallele su aspetti molteplici della questione climatica (come la fisica del clima, le implicazioni per gli oceani, l'agricoltura, gli ecosistemi e le risorse idriche, fino ai temi delle risposte concrete che si possono produrre in tema di adattamento e mitigazione, gli impatti e le soluzioni per il territorio e per la biodiversità, con un accento particolare, ovviamente, sulle politiche che verranno discusse anche alla Cop21 Parigi) è stata condotta un'analisi dei più aggiornati risultati della ricerca, delle prospettive per i decisori politici, delle decisioni da prendere e gli scenari futuri in vista di uno degli appuntamenti più attesi per le politiche globali sul clima.
Sulla carbon tax, "naturalmente non amo molto quella tassa. Non la amo perché non è progressiva", aggiunge Galletti. "Credo che prima di prendere una decisione fiscale in campo ambientale dovremmo vedere dove sta andando l'Europa. Non dico no alla carbon tax, però aspettiamo prima di vedere dove va l'Europa, perché oggi la situazione è troppo confusa. Non sono né ottimista né pessimista, credo però che ci siano le condizioni per arrivare a un accordo condiviso al vertice della Cop21”, aggiunge.
Qui Budapest - Il ministero italiano dell'Ambiente ha firmato a Budapest il "Patto di Parigi", nell'ambito della Settima Sessione dell'Incontro delle Parti della Convenzione Unece sulla protezione e l'utilizzazione dei corsi d'acqua transfrontalieri e dei laghi internazionali. Il "Patto di Parigi" sottolinea l'importanza dell'inclusione delle risorse idriche nelle misure di adattamento ai mutamenti del clima. Il documento è parte dell'agenda di Lima-Parigi, nel quadro della Cop21 che si svolgerà nei prossimi giorni e farà parte del programma della "Giornata d'azione sulla resilienza ai cambiamenti climatici" che si terrà nella capitale francese il 2 dicembre. A oggi, 152 organizzazioni hanno già firmato il "Patto di Parigi", tra cui governi, Banca Mondiale, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni di bacino, stakeholder locali.
Qui Pechino - La Cina vuole un legame vincolante sulle emissioni inquinanti dai quasi duecento Paesi che parteciperanno alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi. È la posizione di Xie Zhenhua, rappresentante per la Cina alla conferenza, che attende per la fase finale delle trattative il consenso tra tutte le nazioni sulla riduzione delle emissioni, anche se chiede flessibilità tra i diversi Paesi.
Qui Roma - Marcia globale per il Clima: se è cancellato l'evento di Parigi, altre 50 grandi manifestazioni sono programmate in tutto il mondo il 28 e 29 novembre, alla vigilia dell'apertura della Conferenza sul clima di Parigi, per chiedere di arrivare finalmente a un accordo vincolante che fermi i cambiamenti climatici. A Roma, la marcia globale per il clima è organizzata dalla Coalizione italiana clima, che conferma l'appuntamento del 29 novembre e invita tutti alla partecipazione. In marcia per il clima e per la pace: partenza alle 14 da Piazza Farnese per raggiungere via dei Fori imperiali dove si terrà poi un concerto. Sul palco si alterneranno numerosi artisti e testimonial.