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Contro i luoghi comuni. Così i Verdi tedeschi frenano sugli obiettivi verdi europei

where Lione (Francia) when Lun, 05/02/2024 who roberto

A Lione la consulta dei verdi europei si è divisa: i tedeschi hanno proposto un rinvio per l’uscita dai combustibili fossili e hanno contestato la patente anti-Suv dei verdi francesi

di Pepi Katona
 
Il congresso dell’European greenverdi-tedeschi.jpeg party che nei giorni scorsi si è svolto a Lione ha mostrato una spaccatura fra i diversi partiti verdi europei. In particolare, il partito verde più storicamente forte in Europa, quello tedesco, alla Consulta di Lione si è posto in posizione moderatrice, quasi frenatrice, e ha aperto una divisione fra radicali e moderati. E pare aver bisticciato con quasi tutti gli altri, e soprattutto con i francesi di Les Écologistes.
 
Nuovi obiettivi
I Verdi tedeschi, che detengono 21 dei 71 seggi del gruppo Verde al Parlamento europeo, sugli obiettivi climatici sembravano litigare di brutto durante i Comizi di Lione che si sono svolti giorni fa. Come per caso, il partito tedesco ha spinto per rinviare di cinque anni gli obiettivi climatici e per ritardare una parte del piano di uscita dai combustibili fossili, allineando a quelli tedeschi gli obiettivi di tutta Europa. Una posizione di mediazione, insomma, vicina anche alle indicazioni del sistema industriale. Lo scontro si è giocato sul manifesto scritto dai Verdi europei, dal quale i tedeschi hanno dissentito. I Verdi europei avevano preparato un documento in cui chiedevano che l’obiettivo della neutralità climatica, fissato al 2050, venisse anticipato di 10 anni, cioè al 2040. I Verdi tedeschi invece rispingono in avanti di cinque anni quell’obiettivo a una posizione di compromesso, cioè all’anno 2045, come dice anche l’accordo tripartito di governo con Spd, Fdp e con (appunto) i Verdi. Il partito verde tedesco vuole anche mettere da parte la richiesta di uscire dal metano entro il 2035 e dal petrolio entro il 2040. Degli obiettivi originari del manifesto verde europeo rimarrebbero l’uscita dal carbone al 2030 e il divieto di credito finanziario per i progetti nel fossile.
 
La patente verde
Un altro tema di scontro forte alla Consulta di Lione è stato quello contro la patente ecologica per poter guidare le auto, come invece chiedono i Verdi francesi di Les Écologistes. Tempo fa Karina Delli, deputata verde francese, aveva proposto che venisse imposta una superpatente di guida, una categoria B+, per la conduzione dei Suv e di tutti gli altri veicoli di peso superiore a 1,8 tonnellate, per ottenere la quale servirebbero due anni di esperienza di guida e almeno 21 anni d’età. In Germania, Paese popolatissimo da Suv e attraversato da autostrade senza limiti di velocità, la proposta francese ha fatto inorridire perfino i verdi, secondo i quali è un modo surrettizio per imporre limiti di velocità aggiuntivi, e un esponente verde tedesco ha bollato come “insensate” le proposte francesi.
 
Gli altri verdi e la crisi interna
Il dissidio aperto dai tedeschi ai Comizi di Lione ha visto in prima linea Les Écologistes, per numero di seggi la seconda rappresentanza del partito Egp. Contro la proposta tedesca di rinvio e a favore dell’anticipazione sembravano gli Écolo del Belgio francofono e gli austriaci, i quali in entrambi i loro Paesi hanno inserito l’obiettivo anticipato nel programma dei due Governi di cui fanno parte, e contrario pare anche il partito verde della Lettonia.
Il partito verde tedesco è in un momento di crisi politica e ha perso molti consensi – i sondaggi elaborati da Euractiv per le elezioni europee di giugno fanno pensare a 14 seggi verdi assegnati alla Germania dai suoi elettori invece dei 21 attuali – da quando avevano proposto un obbligo rinnovabile su tutti gli impianti di riscaldamento.

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